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Da un incontro con Erik Gandini – regista del famigerato documentario Videocracy – e Tommaso Tessarolo, GM di Current Italia t'aspetti un dibattito, analitico e approfondito, sul regime imperante da quasi un trentennio in Italia: la videocrazia. Una volta uscito dal Teatro Pavone, l'aspettativa rimane purtroppo solo tale, perchè l'incontro “Videocracy. Basta apparire” in programma la mattina del 24 aprile a Perugia è stato fortemente deludente.
Ci sono numeri che ingannano. Ci sono numeri che si spacciano per veritieri. Ci sono numeri come il fantomatico 60% del Presidente del Consiglio che, in realtà, risultano gonfiati di circa 45 punti percentuali. Tutto ciò accade in maniera molto semplice. Basta non esplicitare al pubblico alcuni parametri “sottintesi”, quali le persone considerate nel sondaggio, ad esempio, o anche gli astenuti, coloro che non sapevano o non volevano rispondere, e, fondamentale, il margine di errore. Un 3% che può sembrare una cifra irrisoria, può trasformarsi in un dato decisivo. Dunque, badiamo bene ai sondaggi, alle percentuali, ai numeri.
Il luogo: la quarta edizione del Festival del giornalismo.
Il pretesto: parlare del carattere degli italiani.
I protagonisti: Vittorio Zucconi, Michele Serra, Massimo Gramellini.
Confesso. Ieri sera ho fatto l'italiano. L'unica mia, parziale, scusante l'aver sfruttato le falle del sistema organizzativo del grande evento del venerdì sera. Il primo dei tre a potenziale grosso richiamo di queste giornate “giornalistiche”. Al teatro Morlacchi sono sbarcati in massa i padri del progetto “Fatto quotidiano”, primo fra tutti Marco Travaglio, che smuove le masse meglio di una rockstar. Per chi non conosce Perugia l'entrata del teatro si trova su una via stretta, aperta al traffico con due sbocchi, su una piazza da un lato e su un intrico di altre vie. La maggior parte delle persone proviene dalla piazza.
In Russia dal 2000 al 2009 sono stati uccisi 19 giornalisti e si calcola che dal post guerra fredda ne siano stati uccisi circa 70. Di questi, 5 scrivevano sulla Novaja Gazeta, il giornale dove scriveva anche Anna Politkovskaja, uccisa con cinque colpi di pistola davanti casa sua il 7 ottobre del 2006. “Il giornalismo in Russia è diventata una vera e propria guerra, dato che i caduti sul campo sono molti e il numero, purtroppo, è destinato a salire”, afferma il vicedirettore del giornale Vitaly Yaroshevski durante la gremita conferenza sulla vita del giornalismo russo che si è svolta all' Hotel Brufani.
Il Fatto Quotidiano : un caso editoriale. Ma non solo. Pochi i fortunati che sono riusciti a sfidare l'immensa folla che gremiva Piazza Morlacchi ieri sera e che hanno potuto assistere a una ridotta riunione di redazione de Il Fatto, ospite al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia.
Peter Gomez, Antonio Padellaro, Luca Telese, Marco Travaglio, Gianni Barbacetto e Silvia Truzzi hanno raccontato a una platea di giovanissimi, accusati oggi ovunque di disaffezione politica, di qualunquismo e mediocrità, come è nato il Fatto, perchè si sentiva la necessità di un nuovo giornale. Diverso, prima di tutto.
Ha concluso la prima giornata del Festival Internazionale del Giornalismo edizione 2010, la prima proiezione del ciclo di docu-film, Dannati giornalisti, curati e diffusi da Cult-Tv.it. Nella serata di mercoledì 21 aprile è stato dunque proiettato, nella suggestiva ambientazione della Sala dei Notari il primo documentario: RIP! A Remix manifesto, del regista e blogger canadese Bret Gailor.
Le grandi testate giornalistiche non assicurano più ai giovani giornalisti che si affacciano sul mondo dell’informazione contratti a tempo indeterminato o a tempo determinato. Questi ultimi si trasformano sempre più in fantasmi, in echi un passato che non può per il momento riprodursi. Ma la situazione non si presenta più rosea per i giornalisti più “anziani”, che da ormai diversi anni lavorano all’interno di importanti giornali. Sicuramente gli effetti della crisi economica mondiale si sono fatti sentire, vi è stata una contrazione “rilevante” nella vendita di giornali in forma cartacea.
Sono intervenuti alla Panel discussion Angelo Agostini, direttore di problemi dell’Informazione, Ugo Barbàra, dell’Agenzia giornalistica Italia e fondatore di To report, Marcella Cardini, direttore del Centro di documentazione giornalistica e Lella Mazzoli, dell’Università di Urbino. La discussione avrebbe fdovuto toccare il tema della qualità e della natura della formazione nella professione giornalistica, sulla necessità di sottoporla a riforma in seguito ai grossi cambiamenti intervenuti con la diffusione dell’informazione online.