Il caso Meredith e i media

Inviato da lelle il Gio, 22/04/2010 - 19:22
Il caso Meredith e i media

Sono passati due anni dall'omicidio della studentessa americana Meredith Kercher, avvenuto nella città di Perugia, ma i riflettori ancora si accendo su questo caso per seguire gli aggiornamenti e la sua evoluzione . Il fatto che l'omicidio di una ragazza americana sia avvenuto in una città italiana ha ovviamente causato la piena partecipazione di media inglesi e di oltreoceano, mettendo sotto la lente di ingradimento le differenze tra due diversi tipologie di fare giornalismo. Di questo si è discusso mercoledì al centro servizi G. Alessi, confrontando le opinioni di due giornaliste americane che hanno seguito il caso da vicino, Barbie Nadeau (Newsweek) e Andrea Vogt (The Seattle Times). Le due giornaliste hanno subito fatto notare come in questa vicenda si siano confrontati e affrontati due diversi modi di vedere il giornalismo, quello italiano e quello americano; forse per tutelare il loro lavoro, le due difendono a spada tratta l'operato del loro lavoro, lasciando intendere che il giornalismo italiano ha peccato di superficialità in molti momenti dando, per esempio, troppo credito a pettegolezzi e notizie che molte volte non sono state verificate. E sottolineano poi il fatto di come, la stampa italiana non si sia occupata della vittima, cercando di delineare solo il profilo dell'accusata, Amanda Knox, creando il personaggio di “Foxy Knoxy”, una ragazza ammaliatrice che per invidia uccide la sua coninqulina, senza, quindi, cercare di capire il contesto e le circostanze di come sia avvenuta l'orribile omicidio. Ma le due giornaliste non risparmiano critiche neanche per i loro colleghi inglesi e americani, “accusati” di non aver sempre rispettato il loro obbligo etico di essere presenti al momento di avvenimenti importanti (quali le tappe del processo), ma di aver solo riportato notizie e voci provenienti dal nostro Paese, causando quindi ulteriore confusione nell'opinione pubblica che non era più in grado di farsi una propria reale idea sui fatti e sui protagonisti. Molte persone, infatti, hanno portato la loro attenzione per seguire il caso sui molti blog e siti internet che si occupavano del caso, ma molti dei quali non riportavano notizie certe ma solamente rumors. Gli interventi si sono conclusi sottolineando come anche la differenza linguistica e quindi la traduzione, abbiano giocato un ruolo importante nella narrazione di questa vicenda, causando a volte molte e gravi incomprensioni, a cominciare dalla lettura dei testi processuali fino alle testimonianze dei protagonisti. Un incontro in cui si è visto l'orgoglio di due giornaliste che hanno difeso il loro lavoro in modo eccepibile, ma che non hanno risparmiato parole amare per il lavoro di altri loro colleghi.

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