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L’edizione 2010 del Festival Internazionale del Giornalismo ha chiuso i battenti ed è quindi tempo di bilanci, Perugia per 5 giorni è stata la capitale del giornalismo internazionale ed ha fatto da cornice ad un avvenimento di estrema singolarità.
Bene, il festival è finito. E' ora di tirare le somme. Avviso il gentile pubblico che il mio discorso ruoterà intorno al concetto: Il Festival è un'ottima manifestazione, ma il troppo stroppia.
Il Festival Internazionale del Giornalismo ha chiuso i suoi battenti domenica sera con il quartetto Scalfari, Tornatore, Serra, Veltroni. Molti i convegni che hanno riempito l'agenda della kermesse perugina. I cinque giorni sono trascorsi con tante idee e poche soluzioni. Non sono mancati i nomi 'illustri': da Al Gore a Travaglio fino a Saviano. Il successo pero è di facciata. Il giornalismo italiano conferma il suo stato di crisi per tre (ovvie) ragioni.
Libertà di parola e libero accesso all’informazione sono diventati tasti dolenti, nel mondo del giornalismo odierno. La censura è una cancrena che, ormai, si estende dall’Occidente all’Oriente, diventando sempre più forte e pericolosa, soprattutto quando ad essere messi in ombra, sono problemi come i diritti umani o il crimine organizzato.