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E' stata ribattezzata: “marea nera” la chiazza di greggio che si sta dirigendo verso il delta del fiume Mississippi. Per gli abitanti della zona, in gran parte pescatori, il disastro ambientale rappresenta anche lo spettro di poter andare in bancarotta totale. Impossibile pescare, impossibile immettere sul mercato prodotti ittici che sopravvivranno all’impatto della marea. Infatti, nella speranza di sciogliere il greggio, sono stati riversate nelle acque costiere migliaia di litri di solventi chimici.
Stando a quanto affermato dal Ministro degli Interni degli Stati Uniti, Ken Salazar, per la realizzazione di un nuovo pozzo petrolifero, accanto a quello della Deepwater Horizon, potrebbero essere necessari addirittura tre mesi. Questi i tempi tecnici per la trivellazione del fondale in posizione adiacente a quello che attualmente sta riversando oltre 5000 barili di greggio al giorno nel Golfo del Messico. La piattaforma della British Petroleum era affondata, in seguito ad un’esplosione, il 22 aprile.
E’ stato finalmente raggiunto l’accordo tra Unione europea, Fondo monetario internazionale e la Banca centrale europea: si prevede lo stanziamento di aiuti per un tetto massimo di centoventi miliardi in tre anni. Ma la contropartita in cambio degli aiuti è stata durissima: saranno infatti bloccati per ben tre anni gli emolumenti dei lavoratori pubblici. Ma non saranno questi gli unici sacrifici che dovrà sopportare la Grecia. Il Presidente del Consiglio greco, Papandreou, ha infatti affermato che l'intesa è stata raggiunta ma solo al prezzo di grandi sacrifici per il paese.