Donazioni machiavelliche. Il premier se ne tira fuori, una volta tanto.

Inviato da fucsia il Ven, 14/05/2010 - 13:00
Donazioni machiavelliche. Il premier se ne tira fuori, una volta tanto.

"Noi siamo diversi dagli altri, non campiamo con la politica, veniamo dall'impresa: se c'è qualcuno che si è arricchito personalmente dovrà pagare", ha dichiarato Berlusconi riguardo gli scandali della Cricca degli Appalti. La cosa curiosa di quest'affermazione è che l'arricchimento personale è praticamente alla base dell'impresa, non della politica. C'è della confusione, è chiaro.
Comunque, questa è la nuova linea del Presidente del Consiglio, dopo che la Procura di Perugia ha tirato fuori le liste di beneficiari del generoso Anemone. La strategia è elementare. Per evitare l'ennesima implicazione processuale, (a quanto pare anche lui ha un limite di decoro) si indigna/finge di indignarsi dei comportamenti altrui. Come quando un amico fa una cosa sbagliata e tu disgustato affermi convinto: "no, no, no, così non si fa", quando sai benissimo o di averlo già fatto o che lo faresti tranquillamente. Difesa spicciola, insomma. Ma, se non altro, ci risparmia il ritornello delle "toghe rosse". Così, ha chiamato tutti a rapporto, ha chiesto spiegazioni. D'altronde, stavolta, non ha neanche l'appoggio dei suoi giornali, a discapito di quello che ne è rimasto dell'opinione pubblica.
Mentre a Palazzo Chigi continuano queste belle messinscene, alla Procura di Perugia continua l'inchiesta anche se frenata dall'attesa del giudizio del Tar circa il tribunale di competenza. Scajola rinuncia al diritto di audizione, mentre indiscrezioni parlano di un Anemone, interrogato dagli ufficiali di polizia, che smentirebbe Francesco Pittorru, generale della finanza, che non gli avrebbe restituito i soldi "prestati", così come aveva precedentemente dichiarato.
Il punto intorno al quale occorre focalizzare l'attenzione, però, non è tanto lo scandalo. A quelli ci siamo abituati. Quanto più il perchè dello scandalo. Ovvero, ok, Anemone regala appartamenti a destra e a manca, addirittura "ad insaputa" dei beneficiari. Ma perchè lo fa? E' un filantropo? Non credo. Qui si tratta di capire in cambio di cosa questi favori vengano concessi. E conoscendo gli elementi, azzardare la strada degli appalti pubblici pare logico. E se così è, si sta parlando di addebito agli appalti delle case di questi potenti, che, sotto forma di reato, si chiama truffa ai danni dello Stato.

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