Che confusione, sarà perché c'è Fede

Inviato da Visitatore (non verificato) il Mar, 11/05/2010 - 15:21
Che confusione, sarà perché c'è Fede

Due minuti e cinque secondi di ordinaria follia. Le dichiarazioni di Emilio Fede durante il notiziario del 9 maggio hanno fatto il giro della rete. Fin qui, però, nessuna novità. Non è la prima volta che il direttore del Tg4 si lancia in esternazioni che vengono successivamente dibattute con soluzioni dagli scarsi esiti. Questa volta però la domanda più che sui contenuti riguarda i perché: era davvero necessario?
Al termine del servizio sul nuovo docu-film di Sabina Guzzanti “Draquila”, Emilio Fede ha un'intuizione: mettere da parte le denunce lanciate dall'attrice comica e satirica romana per sferrare un attacco contro Roberto Saviano. “Ormai sempre lui, la camorra, per carità: ma non è lui ad aver scoperto la camorra, non è lui il solo che l’ha denunciata, ci sono registi autorevoli, c’è gente come magistrati che l’hanno combattuta e sono morti, lui è superprotetto, giustamente sempre deve essere protetto, però, come dire… non se ne può più, voglio dire, di sentire che lui è l’eroe, gli hanno pure offerto la cittadinanza onorev… ma di che cosa? Non si capisce, ha scritto dei libri contro la camorra come ha fatto tanta altra gente, senza far clamore, senza andare sulle prime pagine, senza raccogliere firme, senza rompere...volevo dire, scusate, senza disturbare la riflessione della gente, che ha capito bene. Un paese come è il nostro è contro la malavita organizzata. Non c’è bisogno che ci sia Roberto Saviano” (http://www.ilpost.it/2010/05/10/emilio-fede-su-saviano-non-se-ne-puo-piu/).
Non è la prima volta che Emilio Fede attacca l'autore di “Gomorra”. Se, però, la televisione spesso ha una memoria breve, i video su Internet aiutano a non dimenticare. Basta andare su Youtube, digitare la parole “Fede S....”, cliccare su “Fede Saviano” e centinaia di video riempiono l'home page del sito. Il totale delle visualizzazioni non è quantificabile, o meglio non è statisticamente rilevante, ma nessuno può negare che il totale degli utenti che hanno seguito le vecchie e le nuove accuse supera ampiamente un milione di visualizzazioni. Il Web in fondo non rientra nei meccanismi dello share, un po' per paura e un po' per necessità (anche se molto spesso i due fenomeni si confondono). A questo punto appare chiaro che per gli utenti del mondo online le affermazioni di Emilio Fede non costituiscono una novità.
Lo stesso potrebbe essere detto per i ping-pong delle dichiarazioni che rimbalzano da un politico all'altro. Luigi de Magistris, eurodeputato dell'Idv ha commentato: “Fede e' un giornalista, se può esser definito tale, irresponsabile. Puntare l'indice, delegittimandolo, contro uno scrittore già nel mirino della camorra è un'azione scellerata". Saviano andrebbe difeso e sostenuto da chi ha la responsabilità, non solo professionale ma civile, di occupare uno spazio così delicato come quello della comunicazione televisiva, la quale veicola messaggi che possono avere effetti dirompenti nel contesto sociale” (Adnkronos). Il 'vice-leader' dell'Idv punta il dito su Silvio Berlusconi, “il quale con la stessa irresponsabilità ha accusato recentemente Saviano di rendere la mafia ancora più potente perché, paradosso dei paradossi, ha acceso i riflettori sul fenomeno del crimine organizzato, sulle sue infiltrazioni economiche e politico-istituzionali, sulla sua capacità di fagocitare pezzi della società”. Dal partito di Di Pietro arrivano le maggiori accuse: “Fede dovrebbe sapere che lo scrittore campano e' stato minacciato di morte per il suo coraggio nella denuncia della criminalità organizzata e dovrebbe essere a conoscenza del fatto che il giornalista vive blindato e non ha più una vita personale", ha sottolineato il portavoce dell'Idv Leoluca Orlando. Fin qui, però, nessuna novità, così come la mobilitazione del Web trainata da “Valigiablu”. L'aspetto più interessante della vicenda, infatti, riguarda l'intervento di due giornalisti - poco simpatizzanti con l'ala sinistra pro-Saviano - che hanno lanciato il loro appello in difesa dello scrittore campano sulle pagine di Libero e del Post senza troppi giri di parole (http://www.libero-news.it/news/408864/Spiegate_a_Fede_che_Saviano_non_%C...).
Partiamo dal titolo: “Spiegate a Fede che Saviano non è comunista”. Antonio Socci e Filippo Facci iniziano così il loro articolo: “Regalare alla sinistra Roberto Saviano sarebbe una delle sciocchezze più tragicomiche che il centrodestra potrebbe fare: eppure ci sta provando in ogni modo. In queste ore ci si è messo pure Emilio Fede, che si è lanciato con un’invettiva così sgangherata da rendere imbarazzante persino parlarne. Se l’autore di 'Gomorra' non si è ancora intruppato in certo gregge conformista e firmaiolo, del resto, è solo per merito proprio, da uomo libero e coraggioso qual è. Saviano, oltretutto, ha una formazione culturale fin troppo di destra: il centrodestra avrebbe potuto farne un proprio simbolo, ma ragionare in questo modo sarebbe comunque fare un torto a uno scrittore che giustamente tiene alla propria indipendenza da ogni schieramento, e che ripete, ogni giorno, che la lotta alla mafia e alla camorra non è di destra né di sinistra”. I due giornalisti mettono da parte la 'questione Fede' e si concentrano sulle vecchie dichiarazioni di Silvio Berlusconi: “Quello che forse Berlusconi dovrebbe sapere, soprattutto, è che Saviano non è un fazioso o un fanatico: è tra i pochi intellettuali che hanno riconosciuto i successi del governo nella lotta alla camorra”, ha elogiato il Ministro Maroni per la sua lotta alle organizzazioni criminali, ha attaccato il centrosinistra che negli ultimi 12 anni anni ha amministrato le due regioni con più comuni sciolti per mafia (Campania e Calabria).
Antonio Socci e Filippo Facci concludono il loro articolo difendendo e lodando con sensibilità e chiarezza l'autore di 'Gomorra': “Roberto Saviano, che tra l’altro ha rivelato gran stoffa letteraria e straordinario talento giornalistico, in questa rivolta morale ha scommesso la sua vita fin dal principio. Ora, ad appena 31 anni, deve vivere da fuggiasco, superblindato, prigioniero, senza una vita privata. Qualche volta ha ceduto, e ha detto: non lo rifarei. Merita almeno il rispetto di chi sta con il culo al caldo”. A questo punto la domanda a Emilio Fede sorge spontanea: era davvero necessario? Se le riposte dal mondo giornalistico, culturale e politico saranno sempre così convergenti, tutto sommato (gira e rigira) non è mai un errore....sbagliare.

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