“JB” de i Johnny Bemolle’s

Inviato da SoundKit il Ven, 08/07/2016 - 10:40
Categoria recensione: 
Recensione Disco
Disco
Titolo disco: 
Jb
Nome Artista: 
Johnny Bemolle‘s
Label: 
- autoprodotto -
Genere disco recensito: 
folk rock

 

a cura di  Francesco Miriello

 

 

Una vecchia valigia, canzoni che rievocano persone e atmosfere lontane, un cantautore di nome Jhonny che fa il vagabondo e di cui si sa ben poco: sono questi gli ingredienti di “Jb”, album d’esordio del trio “Johnny Bemolle’s”. I componenti della band sono Antonello D’Ippolito (voce, chitarra, ukulele, percussioni), Stefano Di Leginio (violoncello) e Alessandra Macaluso (oboe, ney, voce). Finora hanno pubblicato due EP: IrishUke, uscito nel 2013 e dedicato al folk irlandese e One Way, uscito nel 2014 e che più di tutti ha ispirato “Jb”, album autoprodotto uscito il 16 giugno 2016 e pubblicato da “La Fame Dischi”.

 

 

L’esperienza sonora viene integrata dalla componente visiva delle illustrazioni di Laura Re, che per mezzo della sua sapiente matita ha saputo raccontare a dovere le canzoni di “Jb”, lasciandosi trasportare nei suoi disegni dalle parole e anche dalla ispirazione che la musica le scaturiva.

 

 

È difficile racchiudere questo album entro un unico genere: si spazia dal folk nudo e crudo alla musica classica, passando per echi e suggestioni che fanno parte della tradizione orientale. Una gamma di suoni che colora e vivacizza l’album, ma che rischia anche di dare poca coerenza e omogeneità alla composizione.

 

 

Il disco parte con “Jhonny”, pezzo in cui è la chitarra graffiante e ruvida ad essere il perno della linea melodica, con l’oboe che completa e arricchisce la canzone di una leggera sfumatura malinconica.

 

Il pezzo forte è senza dubbio “Granada Beggar’s” dove un ney (una sorta di flauto proveniente dall’Asia Occidentale) introduce un motivo molto orientale che si tramuta in un folk blues con suggestioni flamenco, come sottolineato anche dal violoncello.

 

Last Train to Camden”, penultima traccia, invece si caratterizza per il ritornello ipnotizzante di oboe e per una chitarra che richiama sapori e tradizioni irlandesi.

 

 

Senza troppi giri di parole, il disco nel complesso è una vera e propria esplosione di emozioni e sensazioni differenti in un unico album. Se siete amanti dei viaggi mentali, di fantasia, che si fanno con la testa sul cuscino prima di addormentarsi, “Jb” è l’album adatto a voi.

 

Un esordio tutto sommato positivo ma che non fa gridare al miracolo: il vagabondo Jhonny ha ancora molta strada da fare di fronte a sé.

 

 

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