Il sale della Democrazia

Inviato da Alisa il Lun, 26/04/2010 - 20:05
Il sale della Democrazia

Libertà di parola e libero accesso all’informazione sono diventati tasti dolenti, nel mondo del giornalismo odierno. La censura è una cancrena che, ormai, si estende dall’Occidente all’Oriente, diventando sempre più forte e pericolosa, soprattutto quando ad essere messi in ombra, sono problemi come i diritti umani o il crimine organizzato.
Le possibilità di reazione non sono molte, quello che i cittadini hanno a disposizione è un unico mezzo ma, si tratta del più potente: il web. Blogger, giornalisti e ogni altro individuo hanno, oggigiorno, una grandiosa opportunità: attivarsi, diffondere le informazioni ed organizzarsi tramite internet. Lo dimostra molto bene Bernardo Parrella, direttore di Global Voices in Italiano, nell’incontro tenuto presso l’Hotel Brufani, in occasione del Festival Internazionale del Giornalismo. Pur senza le spalle di Sami Ben Gharbia e di Jillian York, assenti per l’impossibilità di trovare voli dopo “i fumi islandesi”, la discussione s’illumina subito della brillante concretezza che possiede l’attivismo virtuale.
Global Voices è un progetto di “messa in ascolto” su Web, capace di estendere la conversazione globale e informare su fatti, spesso totalmente ignorati dagli altri media: un’arena meravigliosa che però, non basta a contrastare le limitazioni alla libertà, imposte dagli interessi economici e politici.
Un caso fra gli altri, quello della Cina: sotto gli occhi di tutti, dopo la diatriba “googleiana” ma, senza scampo per chiunque tenti di ricostruirne il puzzle. Nessuna possibilità di recupero dei pezzettini che lo compongono è concessa, né all’esterno, né all’interno. Ingiusto, deplorevole, terribile. La rivoluzione sembrerebbe essere l’unica soluzione ed invece, come racconta Gabriele Battaglia di PeaceReporter, un’altra strada è percorribile: la stessa, affrontata dalle centinaia di blogger che, scavalcano quotidianamente la “muraglia cinese”. Inventandosi giochi di ruolo, sulla scia di World Of Warcraft, o montando documentari allegorici, questi nuovi Citizen Media, trovano il filtro giusto per sottrarsi al senso comune e al controllo governativo: una ribellione in sordina, un esodo virtuale verso la meta libertà. Cyber attivismo che si è sviluppato anche a Taiwan, come ci racconta Portnoy Zheng; movimento virtuale che dovrebbe continuare a diffondersi anche in Italia, secondo il parere di Gianni Lannes, direttore di italianostra.it.
La manipolazione della verità, vergognosa routine del giornalismo italiano, ha fatto della nostra democrazia una “democrazia sospesa” e “di facciata”. Ipocrisia di cui si è macchiato lo stesso Festival del Giornalismo, scegliendo alcuni sponsor non propriamente in linea con l’idea di trasparenza dell’informazione; ipocrisia che, potrà essere senz’altro decostruita, attraverso un costante lavoro di coordinamento on-line.

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