Ecco i video degli Uochi Toki: “Cuore Amore Errore Disintegrazione”

Inviato da Lunatik il Gio, 23/09/2010 - 13:46

Non uno
ma ben tre video
di supporto al disco di
Uochi Toki
Cuore amore errore disintegrazione
Guardali qui
http://www.youtube.com/watch?v=riU86TfSxlU
http://www.youtube.com/watch?v=H6pTo4T-n70
http://www.youtube.com/watch?v=2lLPaMW0b5M
INTRO AL DISCO
E’ il settimo questo disco che Rico e Napo sviluppano e creano assieme, il sesto con il vuotissimo nome “Uochi Toki”, il secondo che esce per il collettivo di artisti denominato “La Tempesta Dischi”.
In questo album gli Uochi Toki hanno deciso di mettere mano ad una delle tematiche più attraversate dalla musica di tutti i tempi, ovvero l'Amore, componendo un disco di love songs che strabordano di emotività e sentimenti assolutamente non lineari.
Si tratta prevalentemente di incontri più o meno casuali con ragazze e donne di età diverse, che si dimostrano gentili, sbigottite, irascibili, vuote, allegre e in alcuni casi più acute dei loro interlocutori.
In pratica gli Uochi Toki mostrano come scoperchiando la scatola con la dicitura “Amore”, in realtà, si apra un vaso di Pandora che contiene molte più cose e molto più recondite di quelle che l'espressività umana possa raccontare o credere di raccontare, fino ad arrivare a capire e far capire che quello che può essere mostrato in un disco non è altro che una piccola percentuale a velocità ridotta di quello che passa nei pensieri di una persona.
Il titolo stesso è un innesto di concetti su una delle rime più scontate della lingua italiana, che ricorda quanto la parola Amore vada riempita per poter essere usata in modo efficace, e che dopo uno sforzo emotivo eccessivo si verifichino errori che porteranno a disintegrarsi e ricostruirsi successivamente.
“Cuore, Amore, Errore, Disintegrazione” è un disco impegnativo, denso, frattale, che richiede ancora più attenzione dei precedenti e che non si esaurisce in due o tre ascolti.
Per descrivere tutto questo vengono scelte delle sonorità frammentarie dalla natura molteplice.
Una buona parte dei campionamenti non provengono da dischi e tracce esistenti, né da suoni di sintesi generati da macchine, bensì da suonatori che hanno eseguito delle routine avanzate sui loro strumenti (Lucio Corenzi dei Luther Blisset al contrabbasso, Bruno Dorella di Ovo e Bachi da Pietra alla batteria, Alessio Bertucci dei Claus and Candy al Sitar) passando direttamente negli organi elettronici e nell'effettistica di Rico, il quale ha così processato il suono in diretta.
Sorte analoga è toccata ai suoni provenienti dalla personale banca dati di Rico, che egli stesso ha selezionato dal materiale presente negli archivi del suo studio di registrazione, ovvero dagli strumenti ripresi negli ultimi due anni.
Il tutto è stato pensato e assemblato con un gusto e un approccio breakcore, senza necessariamente adottare gli stilemi della breakcore, utilizzando plugin VST peculiari creati da smanettoni e programmatori nascosti nelle loro stanzette piene di cavi, che Rico sa come stanare.
Anche l'ispirazione è stata processata effettata tagliuzzata e ricombinata secondo la teoria del “tutto è nuovo” con un orecchio a Toecutter, Lighting Bolt, Otto von Schirach e il suono di diffusori distorti delle autoradio dei fanatici del tuning povero.
È un disco disseminato di sfide tutt'altro che simboliche, nei confronti dei limiti audio degli impianti sui quali verrà messo in play e con un sottile (ma dal peso specifico magnitudinale) gusto per l'errore. Anche per quanto riguarda i testi si tratta di sfide ed errori.
Napo ha cercato di rappresentare, senza riuscirci, lo sviluppo del pensiero frattale, partendo da tematiche come l'amore, il rapporto tra i sessi e la vita onirica e finendo a parlare non di tutt'altro, bensì di Tutto. L'immaginario e il reale sono mischiati senza la voglia di scinderli, con i pregi, i difetti e le caratteristiche neutre che questo comporta. Gli aneddoti sono disseminati, come detto sopra, di figure femminili che talvolta prendono il sopravvento nei dialoghi, e talvolta si accordano con l'interlocutore che, in tutti i casi tranne nell'intervento di Zona Mc aka Mula, è lo stesso Napo.
Anche in queste finzioni e nell'immaginario, i personaggi hanno un pensiero autonomo e delle ragioni proprie, che creano smacco nello stesso autore dei testi il quale teme la retorica più di ogni altra cosa. Tale timore genera appunto episodi retorici che fortunatamente la schizofrenia riesce a frantumare in mille pezzi.
Questo processo circolare è un semplice succedersi di fasi a loop oppure porta a variazioni? Basta retorica! Ovviamente porta a variazioni!
Ufficio stampa: www.lunatik.it – 035 4421177

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