Varsavia, sensazioni di un viaggiatore qualsiasi.

Inviato da Andrea.murovez il Sab, 08/09/2012 - 17:29
Varsavia, sensazioni di un viaggiatore qualsiasi.

Decido di partire per Varsavia, la seconda meta nel mio progetto di visistare tutte le capitali europee in un anno. Ho già ammirato Atene e perso tra le strade di Londra, ma ora voglio andare ancora più a nord e più a est, in una terra praticamente sconosciuta. Prenoto ostello e aereo con meno di cento euro e parto, con uno zaino mezzo vuoto e una valigia piena di pregiudizi. Varsavia mi appare subito regolare e ordinata dalle finestrelle dell'aereo che dopo qualche manovra mi lascia, solo, a Modlin. Faccio subito amicizia con due ragazze del posto, studentessa universitaria una( Paolina se non ricordo male) e viaggiatrice l'altra. Mi parlano di Roma e di quanto sia bella, di come l'Ungheria non valga la pena di essere visitata e delle campagne polacche: con il mio inglese da turista riesco a farmi dare indicazioni fino a Politechnika, il quartiere dove mi aspetta un ostello da meno di 8 euro a notte. Mi accorgo subito che sarà dura, Varsavia non è una città per turisti, tutto è scritto in Polacco e con un certo gusto per la beffa, anche le informazioni turistiche sono nella lingua locale; arrivo nel mio ostello che immaginavo piccolo, sporco e con profumi tipici de campeggio estivo, ma sbagliavo : un grande palazzo a sedici piani che si confonde col blu del cielo( fa caldo in Polonia d'estate, sembra ovvio ma non si sa mai), appartamenti con tre letti, bagno privato con doccia e salotto con frigo, wi fi e internet nelle camere. Mi cominciano a piacere questi Polacchi...Carico iPod, cambio i miei euro in Zloty e parto alla scoperta della città. Varsavia è stata quasi totalmente distrutta da famosi "mecenati" tedeschi che per amore dell'arte hanno risparmiato solo una piccola zona, ora patrimonio dell'umanità, chiamata Stare Miasto. Ricostruita dai russi( che diciamocelo, avranno anche belle idee ma in architettura non sanno dove mettere le mani) con un gusto per il rigore e la sobrità, Varsavia ora sembra una serie infinita di vialoni sovietici dove le auto sfrecciano a una velocità folle, fitta di grattaceli grigiastri. Mi accorgo subito che tranne il treno e l'acqua, i prezzi sono gli stessi dell'Italia e abbattuto anche lo steriotipo del colonizzatore che scamba oro per pettini, mi addentro tra le strade di questa città.I due milioni di Kebabbari non mi impediscono di assaggiare i piatti tipici del posto, pane favoloso e ciambelle con spruzzi di cacao; la pizza qui non si vende praticamente mai al taglio, solo tonda, ma non ha un profumo invitante. Le piazze grandi, da parata mi portano fino al "Palazzo della Cultura", un anacronistico palazzone costruito dai Russi, che i Polacchi odiano e vorrebbero demolire ma che a loro malgrado è una cartolina che i turisti portano a casa. Faccio qualche foto, fotografo le stranezze, le cassette della posta rosse e grandi, un ospedale in mattoni rossi, la polizia che corre qua e la praticamente di continuo, i segnali stradali con omini vestiti con scarpe e giacca. Rimango in questa ex colonia sovietica per quattro giorni, visito il ghetto( topico set cinematografico, ricco di piccioni e Cinesi con le macchine fotografiche sempre pronte), l'antica città che guarda lo "stadium" di calcio costruito per gli Europei, mi fermo a pensare davanti ai disegni di Canaletto che testimoniano le antiche glorie del passato. I polacchi sanno parlare bene l'inglese, o meglio, i giovani polacchi, e mi fanno da guida; ci sarebbero mille altre cose da dire, mille altre immagini da far evocare, ma le parole si sa sono sempre troppo poche per esprimersi e lascio gli incontri, lo stupore e il quotidiano all'immaginazione. Varsavia è una città maestosa, distrutta dai Tedeschi, abbruttita dai Russi e invasa dalla Coca cola (è ovunque, anche i fruttivendoli hanno il loro frigo con tutti i tipi di coca) ma resta affascinante non appena ci si lascia trasportare dal vento freddo della sera per le sue strade: i parchi bellissimi e attrezzati, i laghi e i fiumi su cui è costruita, riflettono la voglia e la forza del popolo Polacco che con la sua capitale merita tutta l'attenzione di chi vuole scoprire le porte dell'est Europa.

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