Le nuove tecnologie e il loro impatto su geopolitica e i Diritti Umani

Inviato da Radiophonica il Ven, 08/04/2022 - 23:29
Nuove tecnologie: geopolitica e diritti umani

Le nuove tecnologie e il loro impatto su geopolitica e Diritti Umani

Il Festival internazionale del giornalismo 2022 si è aperto mercoledì 6 aprile con l’intervento della professoressa Angelica Bonfanti, insegnante di Diritto Internazionale presso l’Università degli Studi di Milano. Del dottor Gabriele Suffia candidato al dottorato di ricerca in “Law, Science and Technology” all’Università di Bologna, fellow dell’Information Society Law Center (ISLC) diretto del professor Giovanni Ziccardi, il quale insegna Informatica giuridica presso l’Università degli Studi di Milano e nel corso della lezione ha ricoperto il ruolo di moderatore.

I temi trattati durante questo incontro ruotano tutti intorno alle nuove tecnologie e la loro applicazione negli ambiti di specializzazione dei relatori. Il dottor Suffia facendo riferimento al corrente conflitto in Ucraina ha sottolineato come anche il cyberspazio sia diventato teatro di guerra e tutte le informazioni che vi transitano siano weaponizzate da entrambe le parti. Infatti, la guerra russo-ucraina si sta sempre più configurando come una “guerra ibrida”, la quale si contraddistingue dai conflitti classici per tre principali motivi:

i nuovi domini della guerra: ovvero lo spazio cosmico e il cyberspazio che si sono aggiunti ad aria, acqua e terra, per l’utilizzo di metodi militari e non strettamente militari. Basta pensare proprio in ambito informativo come sia Zelensky che Putin conducano la propria comunicazione politica oppure alla teorizzazione da parte del generale Gerasimov della “guerra ibrida russa” la quale da molta importanza allo spargere notizie false e alla manipolazione dell’informazione a fini bellici. Infine, gli attori coinvolti, non solo più gli eserciti regolari degli stati ma una vasta gamma di gruppi armati irregolari, ONG, multinazionali, organizzazioni internazionali, gruppi criminali e terroristici che rendono l’analisi e la comprensione del conflitto più complicata rispetto al passato.

In questo senso il cyberspazio essendo un terreno utilizzato da tutti gli stati per compire transazioni, comunicare informazioni ed intrattenere rapporti può diventare teatro di scontro per manipolare o interrompere le comunicazioni, imporre sanzioni e creare attriti e ritardi in qualsiasi apparato che si serva del cyberspazio.

Poiché si tratta di un aspetto relativamente nuovo ne segue un problema giuridico che sorge sempre dopo l’invenzione di una nuova tecnologia, ovvero, come regolarne l’uso. Il dottor Suffia  ha illustrato come stanno per essere emanate nuove regolamentazioni sia in Europa che nel resto del mondo relative a questo ambito. Un problema simile è stato riscontato per l’uso della Biometria.

La Biometria è la disciplina che studia le grandezze biofisiche allo scopo di identificarne i meccanismi di funzionamento, di misurarne il valore e di indurre un comportamento desiderato in specifici sistemi tecnologici. La professoressa Bonfanti ha giustamente illustrato che esiste una correlazione tra biometria, intesa come la raccolta di dati relativi ad un individuo e i diritti umani. Infatti, la principale caratteristica dei dati biometrici è quella di identificare un individuo tra la massa e renderlo riconoscibile. Questo crea inevitabilmente dei problemi nel momento in cui tali informazioni finiscono in mano a regimi autoritari, per fare un esempio, secondo Human Rights Watch in questo momento il regime dei Talebani ha accesso ad almeno sei archivi di dati biometrici che identificano molti Afghani che hanno collaborato con gli Stati Uniti con chiari pericoli per l’incolumità di queste persone. Oppure per citare un caso più vicino a noi, il Garante per la Privacy italiano ha sanzionato con una multa da 20 milioni l’azienda Clearview per aver raccolto dati biometrici di milioni di persone per usarli per scopi non dichiarati al momento della prestazione del consenso.

Queste criticità emergono perché l’uso di dati biometrici deve rispondere a tre esigenze: identificare eventuali minacce alla sicurezza pubblica, tutelare i diritti umani e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Per quanto complicato l’Unione Europea sta elaborando un sistema di regole comuni che valorizzino tutte queste esigenze senza sacrificarne nessuna.

A cura di Lorenzo Crescentini

 

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