"Lasciamoli annegare": giornalismo-attivismo contro la retorica anti-immigrazione?

Inviato da Radiophonica il Lun, 20/04/2015 - 13:16

Nella seconda giornata del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia si è discusso, tra i tanti temi di attualità sociale, dell'emergenza-immigrazione nel Mediterraneo e della strumentalizzazionemediatica dietro molte delle storie a proposito.

 

Il panel tenutosi presso il centro servizi G.Alessi ha visto confrontarsi HermanGrech, direttore media The Times of Malta, MeavePatterson di Amnesty International e la giornalista freelance MariaTeresaSette.

 

Di fronte all'inefficienza delle politiche internazionali e monetarie adottate dall'Unione Europea per fronteggiare le drammatiche condizioni in cui vivono i sempre più numerosi

immigrati che giungono sulle coste dei paesi mediterranei, qual è il contributo che può venire dai giornalisti e dagli operatori dell'informazione?

 

L'immigrazione è una delle questioni più strumentalizzate dall'opinione pubblica nel vecchio continente, nuovamente e pericolosamente agitato da partiti e movimenti xenofobi e reazionari di estrema destra. C'è tanta retorica nelle cronache e nei servizi di inchiesta sul fenomeno, motivata sia dalle soffocanti pressioni politiche a cui le redazioni sono sottoposte sia dalla manacanza di conoscenza specifica dei giornalisti che se ne occupano.

 

Il giornalismo è alla ricerca di nuovi strumenti e metodi per raccontare l'emergenza umanitaria prima che internazionale dell'immigrazione. Una risposta più concreta e tangibile sembra arrivare dall'attivismo, iniziativa di tanti operatori volontari che si propongono di superare ogni narrazione manipolata e stereotipata per raccontare i fatti con un approccio responsabile, il più possibile veritiero e imparziale.

 

Ma puo l'attivismo bastare dinanzi alla necessità di fare luce contro l'oscurantismo deleterio che avvolge i racconti sull'immigrazione? Con molta probabilità no: bisognerebbe pensare a programmidiformazione e aggiornamento informativi specifici per il fenomeno, aperti anche alle associazioni e alla cittadinanza per educare alla conoscenza e al rispetto reciproci.

 

Non si deve mai dimenticare, infatti, che prima di qualsivoglia interesse e motivazione dietro l'immigrazione ci sono in ballo le vite di milioni di persone che fuggono da realtà terribili in cerca di un futuro migliore. Un particolare che sembra sia stato dimenticato.

 

 

 

Angela Convertini

 

 

 

 

 

 

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