L'ora di ricevimento

Inviato da Il Comodino die... il Lun, 06/11/2017 - 14:42
Categoria recensione: 
Recensione Spettacolo Teatrale

 

 

 

L'ORA DI RICEVIMENTO

 

a cura di Luana Fusaro

 

 

 

Il professor Ardeche è un rassegnato, un vinto oserei dire. O almeno così ama dipingersi nei monologhi, negli sproloqui e nei discorsi con il collega di matematica a cui non fa altro che ripetere : “rassegnati”.

 

D'altronde quando ci si trova di fronte ad una classe di tredici ragazzini, provenienti da realtà diverse, con culture e famiglie estremamente differenti, è evidente che il ruolo del professore, un ruolo così tanto sottovalutato, non è così semplice.

 

E diventa ancora più difficile quando ci si deve confrontare, nella famosa ora di ricevimento settimanale, con genitori preoccupatissimi della sorte dei loro figli, questi ultimi destinati ad essere per buona parte della loro adolescenza nella mani di docenti che, a dirla tutta, loro reputano dei perfetti incapaci.

 

E per quanto il professor Ardeche vesta i panni del rassegnato che non può assolutamente far più nulla, la verità è che ogni ora, ogni giorno, ogni anno con ragazzi diversi, ce la mette tutta per svolgere il suo lavoro nel migliore dei modi; e puntualmente ogni anno, per quanto lui lo voglia evitare, almeno uno lo perde per strada, almeno con uno dei suoi allievi, sbaglia.

 

Stupisce dell'opera di Stefano Massini, che vede come attori protagonisti Fabrizio Bentivoglio e Francesco Rossini, sotto la regia del formidabile Michele Placido, la scelta della tematica, non tanto volta a mettere in evidenza la realtà degradata della periferia francese o il multiculturalismo, come ci si aspetterebbe, quanto piuttosto a dar voce ad una professione che sta compiendo la propria “scalata” verso il basso.

 

Il protagonista sa bene da parte sua quanto sia importante per il futuro dei ragazzi la loro formazione, e sa anche bene quanto i suoi errori possano avere delle ripercussioni sia psicologiche sia professionali sugli allievi. Fallito o meno, rassegnato o meno, vinto o meno, l'attento, lucido e ironico professore il suo lavoro deve farlo, con la consapevolezza che alla fine dell'anno mancherà qualcuno all'appello,

 

Una nota d'elogio va sicuramente assegnata per il linguaggio raffinatissimo, colto e selezionato, affidato alla voce del protagonista.

 

 

 

 

 

 

 

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