Intervista a Michele Maraglino, autore dell’album “Canzoni contro la comodità”.

Inviato da Radiophonica il Mer, 29/04/2015 - 13:44
Intervista a Michele Maraglino, autore dell’album “Canzoni contro la comodità”.

Intervista a Michele Maraglino, autore dell’album “Canzoni contro la comodità”.

A cura di Fabio Colosimo

 

Domanda “esistenziale”: chi è Michele Maraglino?

Uno che ci prova.

 

Domanda “filosofica”: che cosa è un cantautore, oggi, in Italia?

Uno che ci prova scrivendo e cantando.

 

Edoardo Bennato ironizzava molti anni addietro, in un celebre pezzo, sull’onnipotenza dei cantautori. La situazione è cambiata, secondo te? E come?

Non lo so se i cantautori sono ancora onnipotenti, di sicuro sono troppi.

 

Cosa ti ha spinto sulla strada del cantautorato?

La presunzione di avere qualcosa da dire.

 

Nel 2011 hai fondato una casa discografica indipendente, La Fame Dischi. Quanta influenza ha avuto ed ha questa dimensione sulla tua produzione artistica?

La Fame Dischi si è presa la mia vita. Beh, ovviamente, sono contento di questo. Sono contento del fatto di aver scelto e creato io la direzione da far prendere alla mia vita.

Di conseguenza mi sembra abbastanza ovvio e naturale che la mia produzione artistica ne venga influenzata a 360 gradi.

 

Il 25 febbraio 2015 è uscito il tuo secondo lavoro artistico, “Canzoni contro la comodità”. Cos’è mutato rispetto al tuo precedente album “I Mediocri” del 2012?

In primis le canzoni. Non scrivo più come scrivevo nel periodo del primo album (2010 - 2012). Prima scrivevo come uno che voleva svoltare con la musica. Ricercavo il ritornello perfetto, il testo paraculo. Adesso invece m’interessa la bellezza. Voglio lasciare bei dischi e belle canzoni e sono molto soddisfatto personalmente del lavoro fatto su C.C.C.

 

Qual è il filo conduttore di “Canzoni contro la comodità” e cosa speri di trasmettere al pubblico?

Dovrebbe essere un concept sulla comodità. Non che fosse l'obiettivo con cui siamo partiti da subito, però, strada facendo, il tema della comodità si faceva sempre più forte e presente in quasi tutte le canzoni. La comodità intesa come nemico da combattere, intesa come luogo in cui non possiamo realizzarci e far uscire la parte migliore di noi. Nella comodità si sviluppa il peggio di noi. In un brano dell'album dico “che ad esser comodi si perde tutto”, ecco è questo il concetto che spero di trasmettere al pubblico.

 

Otto tracce. Hai un brano cui sei particolarmente legato e per quali ragioni?

Nel disco ci sono solo brani cui sono particolarmente legato. Per questo il disco ha solo otto tracce. Volevo un disco senza parti riempitive.

 

Il brano che ti ha richiesto più impegno e fatica nella realizzazione dell’album?

Su “Canzone d'amore contro il consumismo” siamo stati incerti fino all'ultimo. C'era qualcosa che non ci convinceva nell'arrangiamento. È stato l'unico caso in cui ci siamo un po' intoppati sul lavoro di produzione che, per il resto, è avvenuto in maniera abbastanza fluida.

 

Per “Canzoni contro la comodità” ti sei avvalso della collaborazione di Daniele Rotella dei The Rust and The Fury. Che apporto hai ricevuto e com’è stata l’interazione fra voi?

Avevo già lavorato con Daniele per il mio primo album e per altri lavori de La Fame Dischi. Io credo che sia davvero molto bravo e che debba continuare a fare il produttore e che i gruppi con cui collabora debbano fidarsi di lui. Con me ha fatto un ottimo lavoro e le prime recensioni e impressioni lo dimostrano.

 

Parlaci di alcuni brani dell’album: comincerei con la prima traccia, “Triste storia”.

Il senso è tutto racchiuso nella prima frase: “Questa storia che non ci deve mai mancare niente, ha fatto solo in modo che tutto ciò che abbiamo non è nostro veramente”. È la condizione di molti miei coetanei: hanno macchina, casa, soldi, ma non sono i loro.

 

Cosa si nasconde dietro il pezzo “La vernice”?
Le cose non sono mai come appaiono. La verità è sempre un’altra. E siamo bravissimi a tenercela nascosta soprattutto fra di noi.  

 

Parlaci di “Vie di mezzo”.

Non esistono scorciatoie, non esistono vie di mezzo. Quando decidi una cosa, escludi tutto il resto. Chi ricerca una terza via, una via di mezzo per non scontentare nessuno, scontenterà la persona più importante di tutti: se stesso. E così non sarà mai felice.

E di ‘Se non saremo forti abbastanza’?
Bisogna essere forti per essere felici. E, se non saremo forti abbastanza, quello che ci aspetta è mediocrità, frustrazione, rimorsi, rimpianti… Cose brutte insomma. La priorità nell’educazione dei figli dovrebbe essere renderli forti e non trovargli un lavoro. Insegnarli il valore e la bellezza della fatica.


C’è poi ‘Canzone d’amore contro il consumismo’.
Adoro cantare il ritornello di questa canzone: “Chissà perché vivono tutti così”. Una domanda innocente. Mi piace immaginare che a farla sia un bambino. Un mondo che ci vuole consumatori accaniti e tutti che comprano.


Settima traccia: ‘Felicità Mediocrità Comodità’.
Canzone che non lascia alcuna speranza. La felicità è solitudine, la mediocrità fa schifo e la comodità non è vera felicità. Un cane che si morde la coda. L’ho scritta in un periodo abbastanza difficile della mia vita e credo si senta.


Cosa è per te ‘La rivincita’?
Per la prima volta un messaggio positivo, molto positivo: “Mi sono innamorato della vita che rimette tutte le cose a posto, mi sono innamorato della vita che mi dimostra sempre che posso”. È il sereno dopo la tempesta. Mi immagino un terzo disco, semmai ci sarà, pieno di speranza e positività.


Il brano che ti regala più soddisfazioni eseguito dal vivo?

Felicità. Mediocrità, Comodità e la sua crescente coda strumentale finale. Vi consiglio vivamente di venirci a sentire dal vivo.

 

Domanda di rito: hai già in mente futuri progetti artistici?

Come ho già detto in un'altra intervista i miei progetti futuri sono: fare tanti concerti e registrare un terzo disco epocale.

Michele Maraglino - 01 Triste Storie [C.C.C. LFD-20]

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