L'ortofrutta marcia tra camorra e mafia

Inviato da Visitatore (non verificato) il Lun, 10/05/2010 - 16:21
L'ortofrutta marcia tra camorra e mafia

Smantellata un’organizzazione criminale, composta da esponenti di mafia siciliana e camorra campana, che imponeva il monopolio dei trasporti su gomma ai commercianti e agli autotrasportatori di prodotti ortofrutticoli in tutto il centro-sud Italia, con la conseguente lievitazione dei prezzi della frutta.
Una sessantina di persone sono state arrestate dalla polizia casertana coordinata dai pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Nel mirino i clan camorristici dei Casalesi e dei Mallardo che, alleati con le famiglie mafiose dei Santapaola-Ercolano, agivano nel settore dell'ortofrutta e dell'autotrasporto ad esso collegato. I capi delle organizzazioni camorristiche e mafiose si riunivano nella sede di un'azienda di trasporti del Casertano per decidere le strategie e le alleanze. Secondo gli inquirenti, l'asse tra Casalesi e la famiglia mafiosa, un tempo capeggiata da Nitto Santapaola, imponeva ai commercianti e agli autotrasportatori di prodotti ortofrutticoli proprie ditte di trasporti tra il Lazio, la Campania e la Sicilia.
La presenza dei clan era riuscita a diventare particolarmente forte anche in uno dei mercati ortofrutticoli più importanti di Europa, quello di Fondi, comune del basso Lazio finito nell'occhio del ciclone qualche mese fa per le presunte infiltrazioni mafiose nella giunta locale. Tutta la frutta e gli ortaggi che da Fondi partivano per la Sicilia viaggiavano su camion della ditta degli Ercolano. A finire in manette c'è anche Paolo Schiavone, figlio di Francesco Schiavone, attualmente in carcere, cugino del boss 'Sandokan'. Il 27enne è stato arrestato a bordo di una nave della Msc, mentre era di ritorno da una crociera nel Mediterraneo. “La rilevanza dell'operazione si ravvisa nell'alleanza che nel tempo si è prodotta tra mafia, camorra e 'ndrangheta per poter monopolizzare l'attività nel settore dell'ortofrutta" - ha sottolineato il generale Antonio Girone, direttore della Dia. L'organizzazione controllava tutte le fasi: dall'imposizione a livello locale dei prezzi locali fino al trasporto e alla distribuzione. "Un sistema - ha spiegato Girone - che ricade su tutti i cittadini, i quali trovano prezzi maggiorati, talvolta venti volte il prezzo originario, con danni per gli utenti e in generale per l'economia".

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