Domenico Iannacone a #ijf19: “Il giornalista non deve solo raccontare”

Inviato da PhonicaNews il Sab, 06/04/2019 - 23:45

di Nicolas Maranca

 

Applausi a scena aperta per Domenico Iannacone. Tra gli eventi di maggior rilievo della penultima giornata del Festival Internazionale del Giornalismo, va sottolineato quello del conduttore della trasmissione “I dieci comandamenti” (Rai 3).

“Non mi definisco un vero e proprio giornalista”, ha esordito così il reporter prima di intrattenere per 60 minuti la folla accorsa nel suggestivo palcoscenico della Sala dei Notari. Panel, il suo, diviso in due momenti, uno più descrittivo ed uno in cui si è lasciata parola direttamente alle puntate della trasmissione. “Quando ho deciso di fare il mio programma”, spiega Iannacone, “ho voluto riprendere in mano i tempi di una tv che non era più la stessa. Volevo ritrovare la densità di quel che succedeva. L’idea originaria era di fare un ciclo di 10 puntate assegnando ad ognuna uno dei comandamenti, appunto”. Una critica anche al settore, dichiarando: “Voglio volgere un mio pensiero in merito al ruolo del giornalista. Non mi piacciono quelli che raccontano e basta, così la funzione di questo ruolo non ha valore. Nel corso di questi anni, ho voluto raccontare la realtà in tutte le sue declinazioni”.

Iannacone parla anche dei suoi maestri, coloro da cui ha cercato di trarre qualcosa per farla sua: si tratta di Ugo Gregoretti, Comencini, Pasolini e Zavoli. Non solo uomini dello spettacolo a dare strumenti al conduttore. “Mi sono ispirato alla realtà partecipante. Secondo i sociologhi americani degli anni ’30, bisogna andare in un posto, confondersi ed immedesimarsi”.

Poi la seconda parte, introdotta da un “Ultimamente ho lasciato le telecamere nascoste: è un atto vile, è come rubare qualcosa”. Così il via alla messa in onda di alcuni spezzoni della trasmissione in onda su Rai 3, lasciando il pubblico senza fiato tra storie di uomini alle prese con gravi difficoltà economiche e descrizione delle pessime condizioni ambientali in alcune zone del Meridione. Non solo cronaca, ma una capacità unica di entrare a contatto con le storie raccontate, ecco la peculiarità dimostrata da Iannacone. A chiudere l’incontro, una dedica a Pasolini, con il video della composizione dell’abbigliamento di uno dei più noti artisti italiani al momento della sua morte. Tutto degno di applausi, per un giornalista che ha voluto portare qualcosa di nuovo in tv, mettendo in primo piano l’aspetto emotivo oltre alla mera cronaca.

 

 

Photos by Nicolas Maranca

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