Karima: “Io e Burt Bacharach, un’emozione per sempre”

Inviato da Radiophonica il Mar, 03/12/2019 - 08:26

a cura di Alessandro Ticozzi

 

 

La cantante italo-algerina, lanciata dal celeberrimo talent show Amici di Maria De Filippi, racconta la sua elettrizzante collaborazione con il grande compositore statunitense.

 

Com’è avvenuto il Suo primo incontro con Burt Bacharach?

Era ottobre 2008. Il mio produttore Mimmo D’Alessandro, conoscendo il mio amore per il Maestro, mi fece una sorpresa incredibile: andammo a trovarlo nell’hotel dove alloggiava per la tappa Romana del suo tour italiano. Ci sedemmo al ristorante e scherzammo sul fatto che, per via del jet lag, quella che lui identificava come colazione per me in realtà era il pranzo. Ricordo che lo osservavo incantata, perché – se pur giovane – avevo di fronte il mio più grande Idolo di sempre. Qualche giorno dopo gli mandai la registrazione di Alfie, uno dei suoi capolavori più noti… e da lì cominciò la nostra collaborazione.

Come ricorda la Sua presenza – insieme a quella di Mario Biondi – per accompagnarLa sul palco del Festival di Sanremo 2009 con il brano Come in ogni ora, che Le fruttò il terzo posto nella categoria Nuove Proposte?

Lo ricordo come un bellissimo… TERRORE. Ahahah! No, dài: scherzo! Ero così emozionata che quella scala sembrava infinita. Il Maestro mi accompagnò mano nella mano, ma mi sembrava di non raggiungere mai il palco. La gioia di condividere il palco per me è attualmente l’esperienza più forte che abbia mai vissuto in ambito musicale. Grazie anche alla presenza di Mario Biondi e della sua “voce di velluto”. Davvero un evento indimenticabile, indelebile.

Come ha vissuto l’anno successivo il periodo di registrazione losangelino del Suo primo album – appunto sotto la direzione di Bacharach – e la susseguente partecipazione come special guest al suo tour italiano?

L'album è stato pre-prodotto nel salone di Casa Bacharach, una tenuta elegante ma molto semplice, proprio come il Maestro. Il lavoro è proseguito poi in vari studi di registrazione a Los Angeles, e da lì è iniziato un viaggio stupendo, fatto di orchestre, musicisti e prese dirette: tutto era assolutamente frutto della nostra arte, senza finti suoni o voci sistemate analogicamente. Sembrava di essere nei mitici anni Cinquanta. Patrick Williams (arrangiatore di Frank Sinatra – N.D.A.) dirigeva tutti noi dal centro di questa grande hall, e l’armonia che si era creata tra tutti noi era pura magia. Se chiudo gli occhi e torno indietro con i ricordi, mi sembra incredibile aver vissuto tanta bellezza.

È forse per riconoscenza nei confronti di Bacharach che quattro anni fa Lei gli ha dedicato un intero album di sue cover?

Assolutamente sì. Close to You (titolo appunto dell’album in questione – N.D.A.) è stato registrato a Losone, in Svizzera. Con i musicisti di questo progetto abbiamo cercato di dare un sound più jazz per alcune canzoni, con venature black e soul, e devo dire che la bravura di Piero Frassi – il mio pianista, amico, fratello, braccio destro da quindici anni – nel riarrangiare i brani è stata davvero stupefacente.

Quali sono a Suo avviso le caratteristiche peculiari del tocco musicale di Bacharach?

Direi in assoluto “le trombe”. Sono il suo “marchio di fabbrica”, oltre che il suo modo di divertirsi inserendo nello spartito qualche battuta musicale diciamo un po’ “storta”, così da rendere i brani da easy listening un pochino più complessi armonicamente ma sicuramente più interessanti.

Cosa intende augurare al novantenne Burt Bacharach?

 

L’anno scorso sono andata al suo concerto al Teatro degli Arcimboldi. Nonostante non sia più un ragazzino, è stato sul palco per oltre due ore senza mai fermarsi. Dirigeva, suonava, cantava. Una vera Forza della Natura. La musica credo sia la sua ricarica, la sua energia vitale. Ci siamo visti, abbracciati affettuosamente, ed ha conosciuto Frida – la mia bimba di 6 anni, che ormai lo chiama “Tato”. L’incontro tra le creature e i “grandi” come il Maestro creano quella complicità che fa bene all’anima. Gli auguro eterna felicità e serenità, ed egoisticamente spero lui regali a noi ancora la sua grande, immensa Arte.

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