Il Carnevale della vita

Inviato da Radiophonica il Ven, 24/05/2019 - 21:57
Categoria recensione: 
Recensione Film
Film
Titolo Film: 
Il Carnevale della vita
Regista: 
Laura Aimone

Laura, da circa 15 anni nel mondo dei festival cinematografici, ora debutti come regista con il Carnevale della vita. Cosa hai voluto raccontare?

Da quando mi sono laureata si può dire che abbia vissuto piacevolmente circondata da registi e da persone che si occupano di cinema. L’ispirazione che ho tratto da tutti gli artisti con cui sono entrata in contatto mi ha spinta a mettermi alla prova. E così ho deciso di “passare dall’altra parte della macchina da presa” e di iniziare quest’emozionante avventura. Sono nata in un giorno molto particolare, la domenica della battaglia delle arance del Carnevale di Ivrea. Da sempre questa manifestazione fortemente sentita nella mia città mi ha affascinata e ho cercato di farla conoscere a più persone possibili. Inoltre, si tratta di un tripudio di colori molto accattivante da immortalare sul grande schermo. La scelta di iniziare il mio lavoro proprio da qui è stata quindi naturale. Ma in questa storia parlo anche di tante altre cose: il coraggio di credere nelle proprie passioni, la forza che richiede lasciar perdere gli “e se” e la gioia che ne deriva quando si riesce a prendere in mano la propria vita, la ricchezza e gli stimoli che offre il viaggiare, l’equilibrio instabile dei rapporti d’amore, la voglia di ricominciare.

Dopo aver lavorato per eventi internazionali, dimostri ancora un forte legame con le tue origini. Cosa hai portato, ad Ivrea, delle tue esperienze in giro per il mondo?

Per citare una frase del film: “Ho vissuto in tutti i continenti, ma sono sempre tornato qui. In mezzo a queste montagne, mi sento a casa”. Ogni volta che torno in Canavese porto l’entusiasmo e la curiosità che il contatto con culture e contesti molto diversi da quelli nei quali siamo cresciuti sanno regalarci. E’ come se vedessi i miei luoghi d’origine sotto una nuova luce: più scintillanti per tutti gli aspetti che mi sono mancati mentre ero lontana e, al contempo, più completi, grazie a quello che ho messo in valigia al ritorno e portato con me, sia questo una spezia, una canzone o un nuovo modo di affrontare le cose.

La scelta degli attori e dei luoghi è stata principalmente strategica o istintiva?

Decisamente istintiva. E, aggiungerei, naturale. Per quanto riguarda gli attori, già in fase di stesura della sceneggiatura avevo in mente volti ben specifici, almeno per i tre interpreti principali. La mia gioia è stata immensa quando tutti e tre hanno accettato di fare parte di questo lavoro! Uno di loro è Leo Gullotta, persona squisita e grandissimo professionista, che ha amichevolmente deciso di contribuire alla mia opera prima. E’ stato un risultato per nulla scontato e che ha dato la carica giusta per intraprendere questa sfida. Walter Cordopatri, l’interprete principale del film, è un attore emergente di grande valore che seguivo da un po’ di tempo e poterlo conoscere sul set ha rafforzato la mia stima nei suoi confronti. Annalisa Scalavino, la protagonista femminile, è un concentrato di carattere ed energia contagiosa che ha aggiunto la verve giusta alle riprese. Per quanto riguarda i luoghi, si tratta dei posti in cui sono cresciuta che conosco in ogni loro angolo. Non ho quindi avuto bisogno di un location manager! Sono felice di essere finalmente riuscita a portare sul grande schermo delle chicche del Canavese come le Terre Ballerine o le vedute più nascoste del lago di Montalto che, di solito, sono un privilegio riservato a pochi.

Veniamo alla parte più difficile per una regista esordiente. Chi vi ha sostenuto economicamente e...moralmente?

Ahimè sì, questa è stata una delle parti più complesse di tutta quest’avventura. Devo però dire che il Canavese, nella maggior parte dei casi, ci ha aperto le porte con grande calore. I nostri sostenitori economici sono stati sei: l’ICAS, l’Associazione Italiana Sommelier Piemonte, il viticoltore Marco Rossa, Sirio Assicura, la CONAD e il Ristorante Aquila Nera. Ma molti più numerosi sono stati gli sponsor che ci hanno offerto dei servizi, nonché le collaborazioni con artisti, in particolare con designer di gioielli (locali, come Giulia Savino e stranieri, addirittura dall’Oman, come Mazayen). Fondamentale anche il supporto di tutti quelli che hanno partecipato alla campagna di raccolta fondi su Kickstarter, aiutandoci a centrare e addirittura a superare l’obbiettivo. L’elenco dei sostenitori morali è davvero lungo, quindi mi limito a citarne uno in rappresentanza di tutti: Angelo Santovito, il mio produttore e direttore della Filmrouge, ma anche direttore della fotografia e montatore, che è stato il primo a credere in questo progetto e ad investire il suo tempo per realizzarlo insieme a me.

 

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