Uno, nessuno e centomila: il relativismo squarcia il sipario

Inviato da Il Comodino die... il Sab, 27/10/2018 - 00:00
Categoria recensione: 
Recensione Spettacolo Teatrale

a cura di Oscar Giambitto

 

 

UNO NESSUNO E CENTOMILA: il Relativismo squarcia il sipario del Teatro Zenith di Perugia.

“Mi conoscevano gli altri, ciascuno a suo modo, secondo la realtà che mi avevano data”.

Impresa non facile quella di portare in scena il romanzo “Uno, nessuno e centomila” scritto da LuigiPirandello pubblicato in volume, per la prima volta, nel 1926.

Adattato in forma di monologo da Alessandra Pizzi, è una lode al grande drammaturgo, poeta e scrittore in occasione del 150esimo anniversario della sua nascita.

La storia di un uomo: Vitangelo Moscarda, che prende come pretesto un banale particolare fisico per mettere in dubbio la propria vita. Un’osservazione che proviene dall’esterno, dalla moglie Dida, lo proietta in una crisi di identità, una graduale frantumazione dell’io basata sulla constatazione che l’immagine che lui ha di sé non combacia con quella dagli esseri umani che lo circondano.

La narrazione è affidata alla voce di Enrico Lo Verso che non solo, foggia sul palcoscenico Vitangelo Moscarda e gli altri personaggi del romanzo ma con una rilevante padronanza scenica accompagna lo spettatore nella ricerca del Sé, nel suo inquieto flusso di coscienza.
Avvalendosi dell’espressività dei gesti e della forza della parola lo allieta, lo scuote e lo disorienta.

La scenografia intenzionalmente scarna, costituita da due cubi e dei pannelli che emulano deglispecchi, sembra una seduta psicoterapeutica; costringe a scavare nei meandri dell’animo e dellamente ignari dei contesti particolari che potrebbero presentarsi.

Per capire che la realtà non è oggettiva e che rinunciare ai Centomila, per trovare l’Uno, spesso implica scontarsi con il Nessuno. “Però” è l’unica possibilità che si ha per assaporare la Vita.

La visione lascia un grande enigma, stimola alla riflessione e fa venir voglia di ricercare nella propria biblioteca il testo originale; quel romanzo che hai letto a solo diciotto anni, tra i banchi di un liceo, e che ogni volta ti insegna qualcosa di nuovo.
Anche questo è catarsi, anche questo è Teatro.

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