Il Presidente della Costa d’Avorio scioglie la Commissione elettorale e il Governo. Si moltiplicano gli scontri con l’opposizione.

Inviato da Rossella Biagi il Lun, 15/02/2010 - 13:24
Il Presidente della Costa d’Avorio scioglie la Commissione elettorale e il Governo. Si moltiplicano gli scontri con l’opposizione.

Le elezioni presidenziali in Costa d'Avorio, indette dal 2005 e previste per il prossimo mese sono state nuovamente rinviate. Il Presidente, ad interim, Laurent Gbagbo, in un’intervista recentemente rilasciata in televisione, ha deciso di rimandarle ancora, invitando il Primo Ministro, Guillaume Soro, a riformare ex novo il governo. Gbagbo si è insediato alla presidenza della Costa d’Avorio dal 2000, dopo una rivolta popolare scoppiata ad Abidjian, capitale ivoriana. Nella diretta televisiva dello scorso venerdì, il presidente d’accordo con l’entourage del partito che lo sostiene, il Fronte Popolare della Costa d’Avorio, avrebbe accusato il capo della Commissione Elettorale indipendente, Robert Beugré Mambe, per aver registrato illegalmente oltre 400 mila persone alla lista di elettori. L’obiettivo del governo nuovo che si dovrebbe costituire, secondo Gbagbo, sarebbe portare il paese “sotto l’autorità del presidente e del primo ministro” fuori dalla crisi politica che attanaglia da anni il paese, a cui si collega la crisi economica che ha investito lo stato ivoriano per l'abbassamento del prezzo del cacao. Ma dai leader dell’opposizione sorgono proteste e si moltiplicano le accuse di esclusione dalla lista degli aventi diritto al voto di membri dei gruppi etnici stanziati nell’area settentrionale del Paese, ostili al Presidente. Il mandato presidenziale di Gbagbo è scaduto, in verità, nel 2005, ma, poiché la situazione politica interna non era assolutamente pacificata e permanevano in vaste aree sacche di resistenza armata, il suo mandato è stato prorogato di un anno, d’accordo con il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. L’opposizione e i ribelli hanno però si da subito rigettato la possibilità di un proroga del mandato a Gbagbo, nonostante che Consiglio di Sicurezza dell’ONU avesse avallato nel 2006 un’ulteriore proroga ed un rafforzamento dei poteri del Primo Ministro dell’epoca.

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