Bukowski è morto, lunga vita a Bukowski.

Inviato da Fabio Colosimo il Lun, 09/03/2015 - 08:03
Bukowski è morto, lunga vita a Bukowski.

 

A cura di Fabio Colosimo.

 

 

9 Marzo, 1994. Muore a 74 anni Charles Bukowski.

Leucemia fulminante. Diagnosi di tubercolosi nel 1988.

Il titolo non è frutto di nostalgie monarchiche (sono un repubblicano convinto) ma, se volessimo parafrasarlo, si potrebbe tranquillamente affermare che a 21 anni di distanza dalla scomparsa del poeta e scrittore americano, il suo lavoro letterario non ha perso interesse.

Semmai il contrario.

Charles Bukowski, Hank per gli amici, è più vivo che mai.

Le librerie traboccano delle sue opere in prosa e poesia.

Il fascino del “vecchio sporcaccione” di Los Angeles colpisce e seduce ancora tanto da trascinare persino i social networks a dedicargli quotidianamente amplissimo spazio.

Colpevole persino il sottoscritto che gli ha dedicato una striscia settimanale di 15 minuti su www.radiophonica.com nel programma Parla Bukowski,

col quale “tento” di sfatare i più diffusi stereotipi sull’autore, sfruttando il tempo a disposizione per riflettere su quello che in anni di letture dei suoi lavori letterari ho percepito o hanno, in qualche modo, influenzato il mio modo di pensare e di agire sulle strade del mondo.

Proprio oggi si conclude il bando di invio di opere personali realizzato nell’iniziativa del Premio Letterario Nazionale Bukowski, giunto alla sua seconda edizione, realizzato dalla Associazione Culturale “I soliti ignoti” in collaborazione con la Giovani Holden Edizioni e la Provincia di Lucca. Presidente della giuria è Simona Viciani, traduttrice storica dello scrittore californiano e grande conoscitrice dell’opera del “cattivo ragazzo” della letteratura americana.

Cattivo ragazzo”. Uno dei tanti soprannomi appiccicato all’uomo delle scommesse sui cavalli, delle prostitute, della vita da barbone, delle sbornie colossali, delle risse da bar, esponente di spicco, secondo molti critici, del cosiddetto “realismo sporco”, etichette, se vogliamo, che fin dagli anni ’70, hanno alimentato un mito che lo stesso Buk, in più occasioni, ha cercato di sfatare inutilmente.

L’Europa, più pronta e intuitiva, forse, l’ha compreso subito, innamorandosene follemente.

Gli americani ci sono arrivati dopo.

Rimane un dubbio.

Se davvero si possa recitare con serenità il “motto” medievale sopracitato che fa da titolo all’articolo.

Perché qualcosa è venuto a mancare nella letteratura mondiale dal giorno della scomparsa dell’autore losangelino.

Quel cinismo surreale che porta al più totale disimpegno dal mondo altrui,

il racconto di una vita vissuta sulla pelle ai margini della società americana perbene, delle cravatte sempre pulite, dei prati rasati al millimetro, delle mogli insoddisfatte della buona borghesia “Wasp”, dell’ordinaria follia raccontata nel ventesimo secolo ma, indubbiamente, ben presente anche in questi anni di sconvolgimenti e confusione generale.

Forse il destino ha fatto semplicemente il suo corso.

Oggi, se vivo e vegeto, Hank avrebbe 95 anni.

Avrebbe molto da raccontare ma non si possono mai fare scommesse sugli uomini come lo scrittore ebbe a scrivere una volta.

Charles Bukowski è stato figlio del suo secolo, un figlio illegittimo, mai inquadrabile, lontano da tutto e tutti, per sua volontà e libera scelta.

Ha scritto come sapeva scrivere, con quello stile che l’ha reso singolare e che ha allevato un’intera generazione di scrittori, con risultati alterni.

Onesto quando mentiva, bugiardo il giusto quando raccontava la sua vita di eccessi, con quella dose di surrealismo ammiccante che l’ha consacrato agli altari della scrittura.

Altari. Consacrazione.

Proprio quello che Hank detestava in vita, incurante della morte imminente, ma timoroso di essere cannibalizzato dai posteri nelle maniere più disparate.

Lo sto facendo anch’io in questo istante, con queste parole e col programma web-radio che gli dedico settimanalmente.

Pertanto, non posso che chiedergli, mi basterebbe, anche un finto perdono rassicurante.

Mi resta la speranza, tenendo conto del suo avvicinamento al Buddhismo negli ultimi anni della sua esistenza, di ottenere un suo gentile cenno di assenso e di vederlo “reincarnarsi” nell’opera e nell’autore che vincerà fra poco tempo, a Giugno, il primo premio di questa fortunata seconda edizione del Premio Letterario Nazionale Bukowski.

 

 

Info:

http://www.premiobukowski.it/

https://www.facebook.com/premiobukowski

http://www.giovaneholden.it

http://www.facebook.com/groups/premiobukowski

http://www.isolitignoti.it

http://www.provincia.lucca.it/

https://www.facebook.com/ParlaBukowski?fref=ts

http://www.radiophonica.com/parla-bukowski

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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