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"Sono 150mila i telefoni intercettati in questo Paese. Considerando 50 persone a telefono, ecco spuntare fuori 7 milioni e mezzo di intercettati". Così il Presidente del Consiglio delira durante l'assemblea di Confcommercio.
La legge bavaglio è passata al Senato, ma le polemiche non si sono affatto placate. Il premier dichiara che "governare con questa Costituzione è un inferno", il che implicherebbe un arresto per alto tradimento in un Paese che si definisce civile e democratico. L'opposizione continua a fare il follower e si accoda a ogni tipo di contrasto nei confronti della maggioranza. I magistrati dichiarano guerra al ddl intercettazioni, che darà inizio al nuovo regime e alla fine della Repubblica italiana. Di Pietro e co. cercano di occupare le poltrone in Aula, ma vengono cacciati via.
Berlusconi non ha paura del confronto con il Capo dello Stato e tira fuori i suoi ottimi rapporti con il Colle, che dichiara essere migliori di quelli di Fini, nonostante ciò che pensi il Presidente della Camera. Non ha paura neanche di presentare, nuovamente, la questione di fiducia, pur di non dare spazio ai finiani. Almeno, questo era quello che credeva. Poi, tutti i suoi sogni sono stati infranti da un Napolitano titubante che chiarisce immediatamente che se il testo rimane così com’è ci sono molte possibilità che non venga firmato.
La trasmissione che vedrà protagonisti Saviano e Fazio su Raitre rischia di passare da 4 a 2 serate. “Vieni via con me” il nome del programma. E le cause del taglio non sarebbero solo le gentili parole del premier nei confronti dello scrittore campano, quanto gli argomenti che Saviano vuole portare in televisione: Piergiorgio Welby, la ‘ndrangheta, la ricostruzione dell’Aquila e i rifiuti in Campania. Uno screditamento totale, insomma, di questo governo, già fortemente provato dalle vicende della “cricca”. Ma i due non ci stanno e affermano che se le serate verranno tagliate, non se ne farà nulla.