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Oggi, a Trani, si è svolta l'udienza che vede come protagonisti niente poco di meno che il Presidente del Consiglio, ma, ormai non fa più notizia, il membro dell'Agcom, Innocenzi e il direttore del Tg1, Minzolini. Al primo sarebbero addebitate le accuse di concussione e minacce, che si aggiungono a una lista infinita da far invidia ai debiti di Paperino nei confronti di Zio Paperone. Al secondo, l'accusa di favoreggiamento, al terzo di violazione del segreto istruttorio. Ma, l'aula pugliese oggi era piena di altri personaggi degni di nota.
In un'inchiesta a Trani, pubblica oggi il Fatto Quotidiano, per puro caso sono uscite fuori delle intercettazioni, che tanto per cambiare, vedono a un capo del telefono Silvio Berlusconi e dall'altro Innocenzi, membro dell'Agcom e Minzolini, i cui appellativi si sprecano. Il Cavaliere avrebbe fatto pressione per chiudere Annozero, approfittando del regolamento, fra l'altro oggi bocciato dal Tar, che prevedeva la chiusura di trasmissioni di informazione politica durante il periodo elettorale.
Nonostante le magliette, ieri il legittimo impedimento è passato anche al Senato. La fiducia ha vinto ancora. Doveva essere una giornata felice, quindi, per il Governo, i cui esponenti però hanno finito per fare a scazzottate in una conferenza stampa. Ma, questa è un'altra storia. Passato l'ennesimo modo per non far sì che Berlusconi finisca in tribunale, i processi sulle sue spalle sono a rischio. Il processo Mills, come era facilmente prognosticabile, andrà in prescrizione, a meno che non intervenga Dio. Sì, a questo punto solo Lui può fare qualcosa.
In Parlamento, oggi, si è svolta la battaglia contro il legittimo impedimento. Sono stati presentati dall'opposizione, appellativo quanto mai ambiguo in questo Paese, 1700 emendamenti e una maglietta. Una decina di senatrici del Pd, infatti, indossava una t-shirt con la scritta: "Etiam si omnes, ego no", che oltre a mostrare una certa cultura latina che fa sempre la sua bella figura, significa "Anche se tutti, io no". Il motto ricalca quello dei giovani studenti tedeschi della rosa bianca, usato come protesta, durante il nazismo, contro un sistema dittatoriale.