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"Fini e Casini? Beh, sono nuovi come Cip e Ciop. Anzi tutti insieme nel Terzo polo sono Grazia, Graziella e grazie al c...". Quando si dice un’uscita di scena ad effetto. Così, Berlusconi lascia il vertice europeo di Bruxelles sull’economia. Tanto per confermare la serietà del nostro Paese a livello comunitario. Ancora eccitato, termine non buttato lì a caso, conoscendo il soggetto, per i risultati della fiducia, si lascia andare a battute, barzellette e scurrilità nel suo tipico stile al ricevimento dei giovani del Ppe. L’erba cattiva non muore mai, insomma.
Berlusconi non demorde mai. Ecco venire a galla l’ultima spiaggia del premier. Un isolotto in mezzo all'oceano, più che altro. Scialuppe di salvataggio pronte, se il prossimo 14 dicembre il Governo dovesse venire sfiduciato, il Presidente del Consiglio non ha comunque intenzione di andare in pensione, nonostante la recente consapevolezza della sua veneranda età. Il Piano B (perché questo Governo si ostina a far ruotare tutto intorno alle cose B, probabile deformazione professionale) prevederebbe un nuovo esecutivo, guidato da un nuovo premier, che presenti nell’elenco dei ministri proprio Silvio Berlusconi.
È stato annunciato che la Camera sospenderà i lavori fino al 14 dicembre. Questo significa che il ministro Bondi cercherà di evitare il voto di sfiducia sul suo operato dopo i crolli di Pompei e le rivelazioni sulla "parentopoli" ministeriale. La sospensione dei lavori è stata stabilita dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio, che ha accolto la richiesta arrivata dal Pdl. Il deputato Fabrizio Cicchitto ha spiegato che "In pendenza della mozione di sfiducia abbiamo ritenuto opportuno che non vi fossero lavori parlamentari su questioni delicate".
Parole pesanti quelle di Marchionne ieri a "Che tempo che fa". Parole che il Presidente della Camera ha descritto come più appropriate a un canadese che a un italiano. Pare, infatti, che l'amministratore delegato Fiat si sia dimenticato che se l'azienda esiste ancora è anche grazie ai contribuenti italiani. Lo stampo pubblicistico della casa automobilistica non è un ricordo così lontano. Così dichiara:"La Fiat potrebbe fare di più se potesse tagliare fuori l'Italia". "Nemmeno un euro dei due miliardi dell'utile operativo previsto per il 2010 arriva dall'Italia", continua. Oltre al danno anche la beffa, insomma.