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Sembra quasi una barzelletta la storia di alcuni giovani laureati che speravano in un contratto come ricercatori a tempo determinato all’università di Perugia. Purtroppo però è la triste realtà. È la storia di 9 giovani che un anno fa hanno sostenuto e superato un concorso per entrare a lavorare all’università, ma che poi, non si sa come, di quel posto tanto sognato non ne hanno più saputo nulla.
La Digos di Perugia ha messo su un volo diretto in Marocco due giovani di 22 e 27 anni, rimpatriati con l’accusa di terrorismo internazionale lo scorso 30 aprile. L’ordine di espatrio è arrivato dal ministro dell’Interno Roberto Maroni; i due studiavano all’università di Perugia e risiedevano presso la casa dello studente dell’Adisu, la cui collaborazione è stata essenziale per portare a termine l’indagine della polizia. Nelle stanze dei due marocchini, Mohamed Hlal e Ahmed Errahmouni, è stato trovato vario materiale cartaceo, si va da mappe di città, foto di monumenti italiani e anche materiale informatico.
E' stata ribattezzata: “marea nera” la chiazza di greggio che si sta dirigendo verso il delta del fiume Mississippi. Per gli abitanti della zona, in gran parte pescatori, il disastro ambientale rappresenta anche lo spettro di poter andare in bancarotta totale. Impossibile pescare, impossibile immettere sul mercato prodotti ittici che sopravvivranno all’impatto della marea. Infatti, nella speranza di sciogliere il greggio, sono stati riversate nelle acque costiere migliaia di litri di solventi chimici.
Stando a quanto affermato dal Ministro degli Interni degli Stati Uniti, Ken Salazar, per la realizzazione di un nuovo pozzo petrolifero, accanto a quello della Deepwater Horizon, potrebbero essere necessari addirittura tre mesi. Questi i tempi tecnici per la trivellazione del fondale in posizione adiacente a quello che attualmente sta riversando oltre 5000 barili di greggio al giorno nel Golfo del Messico. La piattaforma della British Petroleum era affondata, in seguito ad un’esplosione, il 22 aprile.
E’ stato finalmente raggiunto l’accordo tra Unione europea, Fondo monetario internazionale e la Banca centrale europea: si prevede lo stanziamento di aiuti per un tetto massimo di centoventi miliardi in tre anni. Ma la contropartita in cambio degli aiuti è stata durissima: saranno infatti bloccati per ben tre anni gli emolumenti dei lavoratori pubblici. Ma non saranno questi gli unici sacrifici che dovrà sopportare la Grecia. Il Presidente del Consiglio greco, Papandreou, ha infatti affermato che l'intesa è stata raggiunta ma solo al prezzo di grandi sacrifici per il paese.
Presentato la settimana scorsa il Disegno di legge che dovrebbe dettare le disposizioni in materia di obiezione di coscienza dei farmacisti nell’ambito di quei farmaci che rientrano nella categoria della contraccezione di emergenza: a presentarlo nell’aula del Palazzo Madama, la senatrice del Pdl Ada Spadoni Urbani. Il senso è che i farmacisti non possono sentirsi obbligati ad agire contro coscienza. L'obiezione di coscienza secondo la Urbani “deve essere ritenuta un diritto fondamentale e un'esigenza del bene comune” esempio di una società giusta e democratica.
Fini parlando della Lega aveva posto un problema serio, se ne sono accorti molti esponenti del PDL, lo stesso La Russa ha infatti apertamente criticato le uscite di Calderoli sull’unità d’Italia. Il viceministro allo Sviluppo Economico, Adolfo Urso, cerca di abbassare i toni della polemica sorta dalle dichiarazioni di Calderoli che ha affermato che per l’anniversario dell’Unità d’Italia la Lega potrebbe svolgere una manifestazione a Genova. Ma innegabilmente le affermazioni alimentano le divisioni interne alla coalizione di Governo: particolarmente diffidenti i finiani.
Il prossimo 12 maggio presso la facoltà di Scienze Politiche di Perugia si terrà il convegno "La formazione universitaria per le pubbliche amministrazioni: la sfida della qualità", dalle 10,00 alle 13,30.
Tra i reati formulati dalla Procura di Roma in relazione alla morte di Stefano Cucchi sparisce l'omicidio colposo.
Il Parlamento belga ha approvato ieri all'unanimità una legge che vieta di indossare il velo islamico integrale nei luoghi pubblici e per strada.
La norma dovrà ora passare al vaglio del senato. Nonostante sia in piena crisi di governo e alla vigilia di elezioni anticipate si è trovata l'unanimità e, se la camera alta approverà la norma, il Belgio sarà il primo paese europeo a varare una legge contro il burqa e il niqab, i due costumi islamici che coprono completamente il volto delle donne.