Adotta un Classico S.01 Ep.11 - La mangiatrice di fichi di Jody Shields

Inviato da Adotta un Classico il Lun, 22/03/2021 - 07:30
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Jody Shields, ex responsabile del design del New York Times e di Vogue e House & Garden, è una giornalista, saggista, sceneggiatrice e scrittrice. Dopo due saggi sulla moda e varie sceneggiature esordisce nella narrativa con questo romanzo. È anche un'artista e le sue opere sono esposte al MoMA di New York.

 

Una calda sera di agosto 1910: nel Volksgarten, il famoso parco viennese, trovano il corpo di una ragazza strangolata. L'Ispettore incaricato delle indagini chiede aiuto alla moglie Erszébet. La donna si diletta di pittura, perciò il marito le chiede di truccare la morta per rendere meno penoso, alla famiglia, il riconoscimento del corpo. Un uomo, Herr Zellenka, denuncia la scomparsa della figlia. Quando vede il corpo della ragazza non ha dubbi: è sua figlia Dora. Naturalmente è stata uccisa da un balordo o da uno zingaro.

Erszébet si trova coinvolta nel caso. L'autopsia ha rivelato che Dora ha mangiato dei fichi prima di morire. L'Ispettore non crede che quel indizio sia importante. Invece Erszébet sa che il fico è un potente talismano. Se il frutto fosse stato appena raccolto, l'albero sta crescendo da qualche parte, in città. E l'indifferenza del marito la spinge a indagare in segreto. Anche l'Ispettore indaga con l'aiuto dell'agente Franz, ma usa i nuovi metodi. L'Ispettore segue la tecnica del System der Kriminalistik di Hans Gross, padre della moderna criminologia. La nuova tecnica si basa sull'oggettività, sulla razionalità e sulla logica deduttiva. L'investigatore deve restare oggettivo e distaccato, e non deve farsi condizionare dai preconcetti.

Erszébet, aiutata da Wally, una giovane governante inglese, non si sente distaccata dalla morte di Dora. Lei è magiara ed è cresciuta tra i domestici zigani imparandone le usanze. Per questo crede nei presagi, nei talismani, nell'occulto e nella lettura dei tarocchi. Lei crede nel suo intuito, infatti possiede una sensibilità da veggente. Ma, per risolvere la morte di Dora, sarà più utile usare una mente logica oppure una mente intuitiva?

 

L'autrice usa liberamente i protagonisti del famoso Caso di Dora di Freud, ritenuto un capolavoro della letteratura tedesca e lodato da T. Mann e H. Hesse, per costruire un gioco d'indagini che somiglia a un colloquio psicanalitico.  Nel romanzo, l'indagine psicanalitica che indaga il male interiore e quella poliziesca che indaga sul male del delitto sono equiparabili. Il romanzo offre un ritratto vivo, quasi cinematografico di Vienna nella tarda età franco-giuseppina. Vienna è una città tollerante e pluralista che viveva un'età d'oro: nei caffè si giocava a tarocchi, si parlava di psicoanalisi e si discuteva pacificamente. Vi sono nuove forme di manifestazioni letterarie, filosofiche, linguistiche e artistiche.

Vienna sarà ricordata come la culla della cultura della Mitteleuropa, come il simbolo di una cultura plurinazionale e molteplice. Da essa nacque una generazione intellettuale e spirituale di enormi capacità espressive e, soprattutto, molto critica verso la tradizione e volta all'innovazione. 

 

L'incipit de «La mangiatrice di fichi» di Jody Shields, tradotto Fulvia Milton, edito da Sperling & Kupfer è interpretato da Lorenzo Minciarelli, voce del progetto delle BiblioComPg «Leggi per me» realizzato in collaborazione con la Biblioteca dell'Unione Italiana Ciechi di Perugia

 

 «L'Ispettore crede che ascoltare sia una delle cose più importanti per l'investigatore.  Cita spesso Plutarco, il quale insegnava ad ascoltare in silenzio, senza fare domande, e in seguito a rifletterci attentamente sopra per sviluppare la voce interiore della ragione.»

La mangiatrice di fichi, Jody Shields

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