Il misfatto e il luogo comune.

Il misfatto e il luogo comune.
Inviato da luca il Mar, 02/02/2010 - 20:29

il misfatto.
è successo tutto appena 20 minuti fa. ero seduto sul bidè intento a lavare il mio pisello quando all'improvviso decido, spinto da non so quale volontà suicida, di prendere il flacone di ace gentile per versarne un po' nella tazza (questo è il mio lato 'casalinga disperata'). questa operazione, semplice, rapida, veloce e indolore, si è rivelata però deleteria e devastante per la mia situazione psico-fisica già da tempo compromessa.
con uno slancio felino mi piego verso il mio cestino porta detersivi sempre col culo poggiato sul bidè mentre l'acqua calda scaldava i gioielli di famiglia, recupero per il tappo il flacone di ace e, proprio mentre rifacevo uno sforzo impressionante per tornare con tutt'e due le chiappe sul bidè, ecco che il tappo, evidentemente svitato, mi rimane nelle mani facendo cadere a terra il flacone pieno zeppo di varichina. non contento, il flacone, poggiatosi con vigore sul pavimento, ha deciso di espellere tutto il suo contenuto proprio sulle mie cosce, sui polpacci, sul pisello e sul braccio destro. il malefico contenuto del flacone, completamente adagiato sul mio corpo, ha iniziato a schiumare di brutto facendomi urlare come una donna in preda al panico da shopping per il dolore. preso dal panico e dolorante, mi alzo in fretta e furia dal bidè, inizio a spogliarmi con gesti strani e saltelli da pugile e mi catapulto nella doccia cercando di togliermi di dosso l'irritante prodotto. risultato della doccia: macchie biancastre su buona parte del mio corpo. risultato dell'ace gentile a terra: cesso completamente sbiancato. olè.
il luogo comune.
ieri sera sono andato a giocare a pallone col mio amico antonio detto scipione l'africano per le sue sproporzionate dimensioni penali (si dice cosi??). arrivati al campo (un campo in terra che a 1 grado sotto 0 era completamente ghiacciato lasciandomi sulle gambe, dato che son portiere eheh, segni profondi e dolorosi) facciamo conoscenza col resto del gruppo visto che non conoscevamo nessuno. tra i componenti della squadra c'era anche un certo georges, giovane africano dal fisico possente e dal piede potente e preciso.
piccola nota di redazione: l'antonio di cui sopra, quello detto scipione, è particolarmente noto nell'ambiente femminile tutto per le già ricordate dimensioni del suo pene, suo vanto assoluto. purtroppo anche io ho avuto la triste occasione di vederlo, per giunta in tutte le sue dimensioni: incosciente, moscio, barzotto, semi serio, lungo, lungo e duro, lungo, duro e grosso, mazza chiodata, canna di bambù, martello pneumatico, cannone di navarone. (questa nota vi servirà, credetemi).
ritornando dunque alla partita è inutile che mi metta a scrivere del risultato e delle vicissitudini legate ai tre gol subiti; vado dunque a raccontarvi ciò che è successo nel dopo partita, esattamente negli spogliatoi.
sudati, sporchi e col morale un po' così dato il pareggio in extremis, iniziamo a spogliarci (11 uomini!) per infilarci di corsa sotto l'acqua calda. io e antonio, i più giovani tra gli 11, sfoggiavamo con vanto i nostri tonici corpi e i nostri rispettivi arnesi, tronfi e soddisfatti delle nostre misure in confronto agli altri 9, vecchi e rammolliti piselli con annesso palle sgonfie e flaccide (antonio ovviamente era più tronfio di me, sic!). la felicità di poter sfoggiare quanto appena detto però è durata solo 2 minuti, giusto il tempo di riuscire a scorgere tra i 9 che affollavano le piccolissime docce, un affare nero, possente, enorme, strabordante: era il pisello di georges. una cosa mia vista signori miei, un lampione colorato, un traliccio dell'alta tensione, uno shuttle nero, la salerno-reggio fatta carne anzi no muscolo, un'infinita serie di tubi innocenti, insomma un cazzo lungo e grosso e per di più moscio, quindi pensate cosa sarebbe diventato se fosse stato non dico in completa erezione ma poco più di barzotto. ovviamente, io e l'amico super dotato ci siamo subito ridimensionati e abbiamo continuato a lavarci con la faccia meno felice di prima e col magone, triste magone.
conclusione: il luoghi comuni non sono sempre delle puttanate.

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