Intervista ai Punkreas per il loro PARANOIA DOMESTICA TOUR

Inviato da Radiophonica il Gio, 05/03/2015 - 18:13
Intervista ai Punkreas per il loro PARANOIA DOMESTICA TOUR

Perugia, 28 Febbraio 2015

URBAN Club,

Per Radiophonica.com, il nostro Jacopo Bonanni ha fatto due chiacchiere con i Punkreas.

 

Jacopo - Inanzitutto, 25 anni per un ragazzo rappresentano un’età un po’ bastarda, in cui uno fa i conti con il posto da cui è venuto, con le esperienze che ha fatto, ma soprattutto cerca di guardare alla direzione che prenderà in futuro. Quindi qual’è il bilancio di questi 25 anni di carriera, come realtà musicale che è sopravvissuta agli anni 90, e soprattutto voi, a 25 anni, come eravate? Quali erano le vostre influenze che vi hanno portato a questo progetto?

 

Paletta - Il bilancio è sicuramente positivo, in questi 25 anni abbiamo avuto la fortuna e la possibilità di avere un cambio generazionale, soprattutto con il nostro pubblico, adesso i ragazzi di 25 anni che vengono a vederci magari sono i figli di quelli che venivano a vederci 25 anni fa. Che cazzo vuoi che ti dica? Siamo vecchi…Noi siamo qua, andiamo avanti, l’entusiasmo è sempre quello, perché il pubblico è la nostra linfa vitale.

 

Gagno - Siamo vecchi, ma con questo tour stiamo rimettendo in piedi le giunture (indica le gambe), stiamo ritornando giovani anche perché rifacciamo le canzoni della nostra gioventù, cosa che rimette nuova linfa in noi stessi

 

Jacopo - Il 2015 è un anno di celebrazioni, come vedete il rinnovato interesse verso quella che è stata la scena underground milanese, si è tornato a parlare di gruppi come Ritmo Tribale, anche gli stessi 99 Posse hanno realizzato l’album Curre Curre Guagliò 2.0 al quale avete collaborato. A cosa serve celebrare il passato? E’ utile farlo per avvicinare le nuove generazioni alla vostra musica oppure per supplire in qualche modo alla mancanza di una nuova scena italiana?

 

Paletta - Nel nostro caso eravamo un po’ a corto di idee per un disco nuovo! No scherzo, la celebrazione è anche un modo per ringraziare tutti quelli che ci hanno seguito in questi anni. Abbiamo voluto omaggiare sia i ragazzi che si sono approcciati da poco al nostro genere, stile e nome e che volevano sapere che cosa suonavamo 25 anni fa, sia cquelli che ci seguono dagli esordi. Abbiamo quasi 50 anni, siamo vecchi ma contenti!

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Gagno - È anche vero che il fatto di risporcarci le mani con la nostra materia iniziale ci aiuta anche a scrivere delle cose nuove, ci ributtiamo nelle nostre origini per trarne idee fresche, rimanendo comunque fermi sulle nostre origini e sul nostro gusto.

 

Jacopo - Ricordare aiuta a resistere alla prova del tempo, che cosa avete riscoperto nello scegliere le canzoni da inserire in scaletta? Per esempio cose che non vi piacciono più o che adesso apprezzate più di prima…

 

Paletta - A dir la verità quello che ci ha sorpreso nel preparare il programma è che i testi di  molti pezzi che non suonavamo da parecchio tempo sono molto attuali, magari cambi un nome, Craxi non c’è più, però non è cambiato niente. Da un lato questo ci preoccupa, dall’latro è una botta di culo, possiamo andare avanti un’altra ventina d’anni, tanto non cambia niente lo stesso!

 

Gagno - Il problema è che diventa difficile parlare di qualcosa, ormai abbiamo già sviscerato tutto. Al peggio non c’è mai fine, ma noi cerchiamo sempre di trovare una speranza…

Paletta - Ma che cosa te ne frega, a noi interessa che facciano casini così possiamo scriverci su  delle canzoni! Se andasse tutto bene che di che cazzo scriviamo?

Gagno - Infatti dopo il ventennio berlusconiano siamo entrati nel  ventennio renziano. Più di così, siamo alla farsa…

Jacopo - Negli ultimi anni avete collaborato con molti artisti del calibro di Dario Fo, Roberto “Freak” Antoni…

 

Paletta - Con Freak ci conoscevamo da molto prima, lui era in giro per la Brianza per riproporre le musiche degli Skiantos, e gli abbiamo proposto di cantare insieme “Ti Rullo di Kartoni”. Ha accettato con entusiasmo, e devo ammettere che dopo tanto tempo lui è rimasta sempre la stessa persona, una fonte ispiratrice pazzesca per la nostra vita, lui è veramente un grande genio. Con Samuel dei Subsonica, con Davide Toffolo dei Tre allegri Ragazzi Morti e in generale con tutti gli altri collaboratori, siamo riusciti a fare questo disco grazie al loro entusiasmo. La cosa bella è che nel momento in cui abbiamo chiesto se fossero interessati anno aderito con entusiasmo pazzesco. Era tanto tempo che volevamo realizzare un album di cover, tutti prima o poi lo fanno, noi non sapevamo che cazzo fare…(ride), e conoscendo tanti amici siamo riusciti a portare a casa questo lavoro che ci ha dato tante soddisfazioni. La nostra forza è anche quella di avere tanti amici.

 

Jacopo - Si tratta quindi di una grande famiglia, le collaborazioni sono avvenute tra coloro che hanno preso parte alla costruzione della scena musicale che dagli anni 90 a oggi ha influenzato tutti. Giocando un po’ con l’immaginazione, e poteste fare un disco con la partecipazione di artisti stranieri, vivi oppure morti, chi vi viene in mente?

 

Gagno - Con Frank Zappa mi piacerebbe, ma non credo funzionerebbe. Sarei curioso di sapere cosa avrebbe fatto Jimi Hendrix se fosse ancora vivo, visto che aveva appena cominciato a sperimentare.

 

Paletta - Noi abbiamo avuto la possibilità di suonare nello stesso palco dei RATM, Sex Pistols, Metallica, ma su tutti cito la collaborazione con Joe Strummer, che abbiamo conosciuto in una maniera allucinante, in una tavolata, mangiando e bevendo vino. Una persona veramente alla mano, di compagnia. Anche lui ha influenzato notevolmente il nostro percorso. Noi siamo nato con i Sex Pistols, i Ramones e i Clash, che ci hanno dato quelle scintille ska e reggae e che secondo me sono tuttora inarrivabili.

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Jacopo - Rispetto agli esordi, ascoltate ancora degli artisti punk? Cosa ne pensate della nuova scena? Ad esempio anche i Rancid, dopo parecchio tempo, sono tornati con il nuovo album “Honor Is All We Know”.

 

Paletta - A dirti la verità i Rancid sono uno dei miei gruppi preferiti, anche se ancora non ho ascoltato il nuovo album. Da questo punto di vista siamo cinque teste molto diverse, personalmente ancora adesso apprezzo i Green Day, creatori di un nuovo stile comunque di derivazione Bad Religion. Mi piace ascoltare il metal, gruppi come i Volbeat, i RATM, ma non conosco molto bene i nuovi gruppi emergenti, ma siamo sempre a 360°. Ma adesso chiedi pure a Gagno che cosa ascolta!

 

Gagno - Mah, in genere mi dicono che non devo parlare, sono il beatlesiano della situazione per cui… Per quanto riguarda gli italiani mi piacciono molto i Marta Sui Tubi, sono stato uno dei primi fan. Ascolto anche i Gaffas, un gruppo composto da fonici e tecnici delle luci che purtroppo ha fatto un unico disco, molto particolare, e che poi è sparito. Sono onnivoro, mi piace Puccini, il jazz, la musica classica, il trash. Insomma adoro delle cose inascoltabili!

 

Jacopo - Rispetto ai gruppi che vi hanno fatto da spalla in questi anni, c’è qualcuno di cui vi ricordate in maniera particolare?

 

Paletta - Si, i Post Operatorio, un gruppo abruzzese. Sono molto bravi tecnicamente, fanno un genere abbastanza particolare.

 

Gagno . Li abbiamo incrociati un paio di volte, sono molto bravi soprattutto dal vivo. Tecnica a parte, oggi è molto più facile studiare musica rispetto ai nostri tempi, trovi parecchi musicisti preparatissimi sullo strumento, cosa che ti aiuta moltissimo, però devi avere delle idee.

 

Jacopo - Com’è il vostro rapporto con il Web?

 

Paletta - È inutile dire “io sono rimasto vecchio stampo”, e poi ti fai i selfie, fai solo una figura di merda. Il rapporto deve essere quello giusto, non siamo gente che si accanisce, che pubblica una foto subito dopo aver fatto qualcosa. Ci piace interagire, è bello poter comunicare con tutti, ma è bello farlo anche fuori dalle mura della cameretta, come dico a molti ragazzi; ti senti molto sicuro dietro il video, è vero, ma forse è perché hai una gigantesca paura di relazionarti con la gente. È un gran bel mezzo, ti permette di fare cose incredibili, ma ovviamente va saputo usare nel modo giusto, bisogna anche spegnerlo.

 

Intervista a cura di jacopo Bonanni

Trascrizione a cura di Michele Pirellas

Riprese e montaggio Nicola Palumbo

 

Categoria articolo: 

Punkreas - Intervista all'Urban Club di Perugia

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