Carlot-ta: la musica e l'ultimo EP "A Silent Night"

Inviato da Music Docs il Gio, 25/03/2021 - 21:25

A cura di Adele Angelosanti

 

Fuori c’è il sole. A marzo parliamo con la cantante Carlotta Sillano di Vercelli in arte Carlot-ta del suo ultimo EP pubblicato a dicembre 2020 A Silent Night, una raccolta di quattro carole natalizie, quattro classici di varie epoche. Nel 2010 pubblica il suo disco d’esordio Make me a picture of the sun, vincitrice del premio Ciampi come miglior debutto discografico del 2011 e della targa M.E.I. Supersounds per il miglior disco dell’anno. Si identifica con il genere Pop e le manca esibirsi davanti al pubblico spiega: “mi auguro il prima possibile si ritorni ad avere questo scambio e sarà sicuramente molto bello”.

Il nuovo EP A Silent Night contiene quattro carole natalizie. Quattro classici di varie epoche, presentano un tono cupo, nostalgico, grottesco. Come nasce l’idea di un disco natalizio “diverso”?

“Negli ultimi anni prima dell’episodio pandemico, a Natale solitamente proponevo un concerto con un repertorio. Il progetto A Silent Night nasce quest’anno. Non avendo possibilità di proporre un concerto nel periodo natalizio, ho pensato di registrare quattro di queste riarmonizzazioni di questi miei riarrangiamenti e di raccoglierli in un EP, uscito l’anno scorso a Natale. Sono canzoni cantate in La minore alcune lo erano già naturalmente, altre le ho riarmonizzate io. Sono una fan delle canzoni natalizie e ho cercato di dare loro una nuova veste che fosse malinconica, poiché le canzoni natalizie mi inspirano questo sentimento”.

 

In quale genere musicale più ti identifichi?

 

“La mia “ricerca” sicuramente riguarda i timbri e le scelte armoniche. La musica è pop. Fondamentalmente non la prendo come un termine negativo, mi interessa la forma canzone e questo già lo configura come un genere che deve rientrare in un certo incasellamento, credo che il linguaggio sia molto melodico. Lo metterei lì, anche se un po' alternativo, Pop”.

 

Purtroppo la situazione attuale limita il contatto sociale, non dovrebbe essere stato facile per voi artisti accettare la distanza con il pubblico. Il 21 dicembre sei tornata ad esibirti con il nuovo EP A Silent Night presso il museo Borgogna di Vercelli, un live in streaming. È stata la prima esibizione dopo il lockdown? Come l’hai vissuta?

 

“Durante la scorsa estate sono riuscita a fare qualche concerto. La ripresa estiva è stata piacevole e sorprendente. Durante l’inverno non è stato possibile fare concerti con il pubblico. Ma l’evento natalizio organizzato anche grazie alla società del Quartetto, al museo Borgogna di Vercelli è stata una possibilità. È stato molto bello, emozionante, anche se estremamente ansiogeno. Ho vissuto questa esperienza con un’ansia insolita. Ormai era diventata una disabitudine quindi è stato molto estraniante non avere un riscontro visuale o comunque acustico da parte del pubblico. Sembra una banalità ma è quel tipo di energia che alimenta un concerto. Poi la sua assenza è stata bizzarra. Mi auguro il prima possibile si ritorni ad avere questo scambio e sarà sicuramente molto bello”.

 

Carlot-ta come nasce il tuo nome d’arte?

 

“Il mio primo disco è uscito esattamente dieci anni fa. Ho iniziato a scrivere canzoni quando facevo il liceo. Al tempo esisteva un social network che si chiamava MySpace era uno strumento di promozione musicale estremamente utile. Ricordo che registravo le canzoni in cameretta e poi le caricavo su MySpace creando questo nickname Carlot-ta. Da allora, il nome tale è rimasto”.

 

Stai lavorando a qualche progetto?

 

“Questo periodo è stato poco produttivo. Durante il lockdown non ho suonato molto e questo EP natalizio è stato un modo per entrare in contatto con la musica. Ultimamente, sempre probabilmente, sono guidata dall’ottimismo e dalla speranza che ritorni come prima. Al momento sto provando a scrivere canzoni in italiano, una cosa nuova per me perché i miei tre dischi più questo EP sono tutti cantati in inglese e in francese. La lingua italiana è sempre stata un po' difficile da gestire dal punto di vista creativo. Vorrei trovare un equilibrio, tra la musica che scrivo e la nostra lingua. È molto diverso cantare dalla propria lingua madre. L’inglese è una lingua più universale e più leggero anche dal punto di vista dell’equilibrio tra testo e musica. Sto facendo degli esperimenti in questa direzione”. 

 

La musica è un linguaggio. Pensi che i social possano comunicare questo tipo di linguaggio?

 

Non dedico molta attenzione ai social. Li considero un ottimo strumento di promozione artistica. A volte mi spaventa il fatto che valga di più utilizzare bene uno strumento di comunicazione, piuttosto che il linguaggio della musica con cui dovremmo lavorare direttamente. Trovo sia difficile bilanciare le due cose e usare un tono che sia coerente con quello che si vende, che si comunica. Le canzoni sono di per sé un linguaggio quindi usarne un altro per raccontarle a volte fa un po' perdere il loro fascino, che invece dovrebbe essere naturale nel linguaggio della musica. Non lo trovo inutile, ma è un rapporto che mi spaventa un pochino.

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