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Bangkok il giorno dopo. la capitale Thailandese è avvolta da una quiete irreale, preceduta da giorni di violenza e guerriglia. Ieri mattina l’esercito thailandese ha forzato le barricate dei manifestanti antigovernativi e si è introdotto con mezzi blindati all’interno della zona occupata da più di 2 mesi, ne sono seguiti scontri a fuoco in cui un giornalista italiano ha perso la vita e insieme a lui altri tre colleghi di nazionalità rispettivamente olandese, americana e canadese; altre vittime anche tra i manifestanti.
In Thailandia la guerriglia va avanti portandosi dietro nuovi morti, il numero delle vittime è arrivato a sei da quando il governo, pochi giorni fa, ha deciso di reprime l’occupazione delle camicie rosse nel centro della città di Bangkok. Il CRES, l’organo militare che sta curando lo stato di emergenza, ha deciso di non imporre il coprifuoco, giustificando la scelta con la necessità di non colpire ulteriormente le persone estranee alla rivolta; ma la tensione resta alta, i militari non hanno mostrato remore nel dare fuoco, la CRES rassicura che nel mirino ci sono solo i rivoltosi.
La crisi thailandese e’ degenerata, dopo l’ultimatum ignorato dalle Red Shirts, il governo thailandese e’ passato hai fatti, da ieri sera e’ in atto a Bangkok una vera guerriglia urbana. Il leader delle camicie rosse Khattiya e’ stato ferito dai militari, trasportato in ospedale immediatamente riversa in condizioni gravissime. Il comandante rosso e’ stato accusato spesso di essere il responsabile di molti dei disordini avvenuti negli ultimi mesi.
L’Iraq ha vissuto una notte di terrore; la prima ad essere stata colpita da
attacchi terroristici è stata la capitale irachena, subendo ben 9 attacchi
terroristici nel suo territorio, che hanno causato morti e feriti; si credeva
fosse un problema circoscritto a Bagdad, ma le speranze sono tramontate dopo
poche ore, infatti è toccato subito dopo a Falluja, Suwaira, Hilla, Mossul,
Haswa, Abu Graib, Tarmya, Bassora. Gli attentati hanno causato più di cento
vittime e oltre 200 feriti. L’intero paese è stato messo in ginocchio in